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Bioetanolo e biodiesel a Fermo?

Fermo | Perchè a Jesi e non a Fermo?

Come opportunamente ha fatto notare il Sindaco Saturnino Di Ruscio, il Governo ha emanato il decreto che “obbliga” dal 1 luglio 2006 i produttori di carburanti diesel e benzina a immettere al consumo biocarburanti di origine agricola (bioetanolo e biodiesel) in misura pari all’1 %. Tale quota è destinata a crescere ogni anno di circa 1 punto fino al 2010. Ciò significa che sarà necessario allo scopo circa 1 milione di ettari (Circa 1/7 del totale) di superficie coltivabile.

“E un’opportunità straordinaria”, “ L’importante è partire”, “Non ci manca certo la tecnologia” sono le affermazioni rispettivamente di Confagricoltura, Coldiretti e Assobiodiesel.

“Produrre bioetanolo e biodiesel nell’ex zuccherificio di Fermo? Non se ne parla affatto” è invece l’affermazione stranamente univoca dell’ Assessore regionale Petrini e della proprietà. Più che in linea con la tendenza mondiale proiettata al futuro, quella dell’ Assessore Petrini sembra una posizione proiettata a regalare al fermano un ulteriore oscar delle occasioni perdute. Poi magari fra qualche giorno la Regione inviterà i comuni ad adottare provvedimenti contro l’inquinamento da polveri sottili chiudendo per qualche ora il traffico dalle auto!

Ma purtroppo di paradossi la vicenda della riconversione Sadam è piena. Chiude lo Zuccherificio di Fermo e si riconverte quello di Jesi che non avrebbe chiuso.

A Fermo non è conveniente produrre bioetanolo però lo è a Jesi.
Va in crisi l’agricoltura del fermano e come la si aiuta? Chiudendo le “frontiere” del conferimento delle barbabietole a 90 Km da Jesi; giusto le misure per non disturbare più di tanto i produttori di quelle parti.

E i lavoratori? A parte gli stagionali che così avranno tempo anche loro di andare al mare, gli effettivi, con una modesta percorrenza di circa 200 Km al giorno, potranno sempre recarsi a lavorare a Jesi. 200 Km al giorno? Non saranno forse troppo stressanti e pericolosi? Chissà se saranno state queste preoccupazioni per l’incolumità dei lavoratori fermani ad aver indotto la CGIL Regionale a non firmare l’accordo sindacale. D’altronde, a Jesi, se non arrivassero i fermani, non si strapperebbero certo i capelli. Lì ci sarebbero sempre gli stagionali che non disdegnerebbero affatto di essere assunti a tempo indeterminato. E a ben pensarci, si raggiungerebbe l’obiettivo di non poco conto di garantire salute e lavoro a tutti.

04/03/2006





        
  



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