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Il Comitato dei genitori dal nido all' università segnala

| ASCOLI PICENO - "La nuova delibera disattende, di fatto, le richieste dei genitori emerse nelle assemblee pubbliche e nelle tante occasioni di protesta nel corso di questi mesi".

A quasi un anno di distanza dalla delibera di giunta, che stabiliva gli aumenti delle rette degli asili nido e del prezzo dei buoni pasto, è arrivata la tanto annunciata nuova delibera che avrebbe dovuto modificare le tariffe in questione. Con essa, invece, la Giunta Celani conferma - nella sostanza - la scelta di un anno fa di penalizzare due servizi scolastici fondamentali per le famiglie e i bambini ascolani, con aumenti inaccettabili.

Dopo aver acquisito - come spiega l'assessore Silvestri - "dati certi e non solo revisionali", la Giunta conferma una scelta compiuta, a suo tempo, "al buio". Ma non un dato è stato fornito a sostegno della nuova delibera, nessun criterio di revisione è stato esplicitato, nessuna comunicazione ufficiale è stata data alle famiglie, nessun incontro è stato fatto con il Comitato spontaneo dei genitori: questo lo stile dell'attuale amministrazione che non riconosce, se non a se stessa, legittimità di interlocuzione.
La nuova delibera disattende, di fatto, le richieste dei genitori emerse nelle assemblee pubbliche e nelle tante occasioni di protesta nel corso di questi mesi.
L'amministrazione, con il nuovo provvedimento, si è limitata ad aumentare il numero delle fasce tariffarie che passano da 7 a 9 per gli asili nido e da 3 a 5 quelle del prezzo dei buoni pasto: una semplice operazione di immagine, in quanto per gli asili nido vengono confermate le tariffe minime e quelle massime (145,00 euro e 438,00 euro) e nelle fasce intermedie la riduzione di alcune tariffe è compensata da un aumento delle stesse per altre fasce di
reddito: in pratica l'amministrazione comunale regala qualche euro a qualcuno e se li riprende da qualcun altro, ma le tariffe, in assoluto, erano e restano elevate.

Stesso discorso per il prezzo dei buoni pasto, con l'aggiunta di una piccola differenza in quanto il prezzo massimo del buono pasto (3,56 euro) è stato ridotto di 0, 26 euro (poco più di 500 vecchie lire), ma sparisce la riduzione per le famiglie con 2 o più figli dell'ultima fascia, per cui queste che prima pagavano il buono pasto 3,10 euro oggi lo pagano 3,36 euro.
La modifica è retroattiva a partire da gennaio 2003 quindi queste famiglie dovranno restituire la differenza.
Al di là delle dichiarazioni autoreferenziali di questa Amministrazione, le famiglie si accorgeranno inevitabilmente della sola "operazione di facciata "che è stata compiuta sulle rette, e che quasi offende l'intelligenza delle persone.
Nessuna notizia certa, invece, sui tempi e sulle modalità dell'istituzione della Commissione mensa, su cui tanto il Comitato dei genitori ha insistito in quanto non è pensabile che chi eroga un servizio ' l'amministrazione comunale ' rivesta anche il ruolo di unico controllore della qualità del servizio stesso.

Certa, invece, la sentenza n. 921 del 19 febbraio 2003 della quinta sezione del  Consiglio di Stato (da 'il Sole 24 ore' del 27-2-2003) che non consente ai Comuni ed alle Province di rinnovare i contratti di beni e servizi senza procedere a gare per l'aggiudicazione del contratto, neppure se si ottiene una riduzione del 3% del corrispettivo. L'Amministrazione Comunale con la determinazione n. 2166 del 28-6-2002, ha provveduto invece, al rinnovo del contratto per il servizio della refezione scolastica con la Ditta 'CAMST' (per il periodo 1.9.2002 - 31.7.2005) senza indire nessuna gara d'appalto.
Peccato che nessuno si sia accorto in tempo di questo.

Il Comitato spontaneo dei genitori               
'dal nido all'università'

11/04/2003





        
  



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