Mentre si distrae la città o si prende tempo correndo dietro all'art. 48 delle NTA, gli imprenditori locali continuano l'assalto sul fronte della indiscriminata trasformazione degli hotel in appartamenti. Nessuna norma di salvaguardia della "citta turistica" viene adottata con la necessaria urgenza da questa amministrazione, basandosi sul concetto di non pestare i piedi ai vari potentati economici del mattone.

Tutti gli altri cittadini possono attendere ....e si accorgeranno solo a cose fatte, cioè quando sarà troppo tardi, che la città è diventata invivibile. Troppo tempo si è perso dietro l'inutile modifica normativa legata all'ari 48 delle NTA: si è cercato apparentemente di mettere un "tappo" alle falle di una norma che ormai fa acqua da 12 anni. Infatti, la sentenza tanto temuta relativa all'area Ludovici non ha fatto che confermare quanto sancito dall'ultimo comma dell'art 4 Legge 10/77 riconfermando il criterio che all'interno dei centri edificati le aree gia vincolate, una volta decaduto il vincolo, rimangono inedificabili e sono ammessi solo interventi di tipo manutentivo sugli edifici esistenti, ma non anche la ristrutturazione degli stessi;

Inoltre non si può non tener conto che la reiterazione dei vincoli è praticata con successo dalla quasi totalità dei comuni che pianificano. Nel frattempo mentre l'attenzione della cittadinanza viene attratta e concentrata o distratta sui meccanismi dell'art 48

- gli ultimi alberghi vengono espugnati;

l'uso intensivo dei volumi esistenti si traducono in piccolissimi residences o, inutile fingere, in mini appartamenti che configurano un'insostenibile aumento di densità di popolazione non supportata neanche dalla previsione di parcheggi privati. Perchè mai non far scattare una norma di salvaguardia per le zone B e porre fine una volta per tutte al saccheggio cittadino iniziato oltre 10 anni fa? (Hotel Roxy docet)

Quale mistero si cela dietro al ritardo che si manifesta sul tema ? Intanto si invitano altisonanti nomi dell'urbanistica nazionale per creare illusorie forme di partecipazione, parlare genericamente e spesso con modi accademici della perequazione a Riccione, del Piano di Brindisi, del Piano di Pescara, del Piano di Jesi ecc ecc, a parlare di tutto insomma ma non di ciò che interessa direttamente la città. Passerelle autoreferenziali e costose del tutto inutili a risolvere i veri problemi della nostra città.

E di San Benedetto quando ne parliamo? Basta con queste finte forme di partecipazione: occorre interessare tutte le categorie alla programmazione del futuro la città e non lavorare nel chiuso degli uffici comunali o nel ristretto delle congreghe partitiche le quali, ovviamente, si compiacciono, si lodano e si promuovono da sole.
E' proprio vero quel famoso detto: DUM ROMAE CONSULITUR... SAGUNTUM EXPUGNATUR