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Gruppo Famiglia "San Giorgio"

| Riflessioni sul contatto personale in un "centro residenziale per malati mentali" Come ci sentiamo a contatto con un malato normale? Lettera aperta a tutti quelli che si sentono normali.

di Luca Cocci

.......Di fronte ad un malato diverso c'è un momento oltre l'enfasi del nostro pacato rumore in cui s'incrociano esili coscienze, in cui nulla e tutto hanno già preso forma e significato, oltre ogni più piccola esitazione, ogni più piccolo dubbio per ciò che c'è concesso, in cui non conta il tono della nostra pennellata, il risultato sarà comunque già inciso sulla nostra pelle e influenzerà le nostre orme.

.......Di fronte ad un malato diverso, sai amico, possono rimbombarti in mente mille pensieri, congetture, allusioni, spaventose arroganze.......,sai, magari è successo anche a me, anche a te e a chissà quanti ed ora magari la relazione tra noi e il nostro pacato rumore è più instabile, se già non lo era, se non è già sintomo patologico di un malanno chiamato consapevolezza della sofferenza.

Sai, amico mio, c'è un mondo o qualcosa del genere oltre i nostri benpensanti canoni, una realtà tanto allucinante quanto reale, innocua quanto perfida, innocente quanto colpevole che noi escludiamo perché tanto diversa, tanto difficile da capire. C'è un mondo dietro questi cancelli, oltre i giardini, le case, le città, oltre la vita, un mondo fatto da persone infondo solo in qualche maniera stranamente 'speciali'.

'Speciali', già, perché lo speciale è qualcosa che va oltre il normale senza doversene rendere conto, in pratica è la forma più viva di primordiale naturalezza.

Sai, amico, quant'è duro vivere in un mondo in cui nessuno ti difende dalla società, specie quando tu non riesci a difenderti  ed accettarti, quando l'uscita dal tunnel è vicinissima, ma non riesci a vederla.

Sai quant'è duro confrontarsi contro qualcosa che cambia continuamente, che latente vive e si scaglia con una forza prorompente contro te e il mondo lasciandoti incolume, ma sfinito, normale quanto 'diverso'.

Corrispondente. Tutto ciò che c'è concesso di toccare riporta ad un'esatta conseguenza corrispondente, ma la regola non da risultato quando non sai contro chi combatti. Sai amico mio, ci sono boati di silenzio assordanti tanto forti da farti sentire solo contro tutto il mondo, sai, ci sono gorghi di rumore tanto violenti da farti sentire solo in mezzo ad un milione di persone.........

Li hai mai visti gli sguardi dei malati 'diversi'? Piccole scaglie di paura, arroganza, odio, depressione, disprezzo e angoscia si mescolano ad un qualcosa che inquina tutto, che c'è ma non appare.

Sai, amico mio, qual è il profumo dei pazzi, qual è lo sguardo delle loro parole non dette, dei loro sorrisi compianti, delle loro ansie, delle loro manie, della loro consapevolezza, della loro dignità, del loro affetto, delle loro lacrime; fenomeni che appartengono a tutti e che noi riusciamo a controllare, mentre un malato 'diverso' subisce da sempre.......

Sai, amico mio, è strano guardarsi in faccia da anni e non riuscire a conoscersi, ma siamo 'vittime' di un cambiamento costante che ci porterà  al di là di stupide abitudini, oltre perseveranti ipocrisie, alla scoperta, qualcuno pensa chissà di quali grandi appuntamenti, in realtà alla scoperta di noi stessi, che poi è un po' di tutto, già perché in ognuno di noi c'è tutto oltre ogni limite concettuale, ogni restrizione formale, oltre ogni lamento fino magari a capire che cosa o chi è 'diverso' e perché ci spaventa tanto.

Di fronte ad un malato 'diverso' sei carnefice o vittima, normale o 'diverso'; già amico consapevolezza del contrario è questo che cerco di dirti o teoria del contrasto chiamala come vuoi alla fine è sacra libertà che appartiene ad ognuno di noi anche quando è facile definire 'diverso' ciò che non si conosce e capisce.........

Sai, amico mio, qui intorno un giorno tra disperazione ed atrocità magari verrà il tempo in cui riusciremo a guardare in faccia le nostre parole, ad esaltare i nostri limiti, a percepire la diversità non solo come un fatto di costume, ma bensì come vitale criterio di esistenza per ognuno di noi, come sintomo di rispetto per tutto e tutti, e in tutto quello che ci verrà concesso sarà fondamentale il tono della nostra pennellata, ed ogni più piccola scala, vista in qualsiasi prospettiva porterà al paradiso anche quand'esso sarà definito 'diverso'.........................

18/04/2003





        
  



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