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Aumentano le esportazioni delle armi

| Il parlamento modifica la legge 185 che ne regolamenta il commercio, rendendo più facile vendere armi.

di Pierluigi Addarii

Nonostante la campagna nazionale che dura da più di un anno "Contro i mercanti di armi: difendiamo la 185" una campagna che raggruppa decine di associazioni cattoliche e laiche impegnate a salvaguardare una legge 185 del 1990 che vincola il commercio delle armi a criteri etici e di trasparenza - è' stato appena approvato, al Senato, il disegno di legge 1547 di modifica alla legge 185.
Su 232 presenti in Aula, 134 senatori hanno votato a favore (componenti della maggioranza), 94 contro (tutto il centrosinistra), 2 astenuti.
Nel votare sì a questo provvedimento, proprio in queste ore, la maggioranza dimostra di non avere alcun rispetto per l'opinione pubblica. Questo provvedimento intacca la legge 185 aprendo margini di manovra molto preoccupanti:  sarà consentito intrattenere rapporti con Paesi che commettono violazioni dei diritti umani definite "non gravi" (!)

La conferma viene anche dalle parole di un senatore della maggioranza, Federico Bricolo,  che intervenendo in aula, ha preannunciato il voto favorevole del suo gruppo perché" questo provvedimento  mira a permettere l'integrazione dell'industria italiana dei materiali d'armamento nei grandi consorzi che a livello europeo progettano, sviluppano e producono sistemi d'arma complessi, ad alta tecnologia, come aerei da caccia, carri armati, elicotteri e missili. Lo fa disponendo un regime semplificato per le autorizzazioni collegate al transito delle componenti ed all'esportazione dei prodotti finiti verso paesi terzi.
È importante ricordare all'Assemblea che esportare è, per le industrie che operano nel comparto degli armamenti, una condizione essenziale per produrre a prezzi competitivi e che le conseguenze dell'approvazione di questo provvedimento avranno una ricaduta estremamente positiva". (!!)

Le organizzazioni della società civile che si sono mobilitate in difesa della L 185 incassano una piccola ma significativa vittoria: grazie a emendamenti dell'Ulivo e al sostegno del senatore D'Onofrio e dell'Udc, è stato soppresso l'articolo 11.
Il contenuto di questo articolo era altamente discusso, perché prevedeva che le armi vendute con "licenza globale di progetto" fossero sottratte alla trasparenza bancaria.
E' una soppressione importante perché salvaguarda proprio una delle ragioni che hanno condotto alla campagna per la difesa della 185: la trasparenza nei movimenti bancari.
Ora il Decreto dovrà tornare alla Camera, per la definizione della copertura finanziaria e per la soppressione, avvenuta questa mattina, dell'articolo 11.
Sugli spazi di manovra aperti alla Camera, che ora dovrà riesaminare il testo, i senatori avvertono che non bisognerà farsi troppe illusioni: il ddl verrà presumibilmente riapprovato senza ulteriori cambiamenti.
Ma certo, si aprono nuove settimane di discussione e riflessione, anche alla luce delle anticipazioni della relazione 2002 sul commercio delle armi. L'export è aumentato del  6,6% per un valore di quasi 1 miliardo di euro, le transazioni bancarie di  +15,6%. Tra le banche primeggiano Banca di Roma e Bnl.

Pax Christi, in prima linea nella difesa della 195, esorta a mantenere alta la mobilitazione anche nei prossimi mesi, perché la pressione esercitata dall'opinione pubblica ha creato una consapevolezza, all'interno dei gruppi parlamentari, che ha consentito di "limitare i danni".
Il SOS Missionario, che ha promosso la campagna nella provincia di Ascoli Piceno, ha sollecitato il l'on. Ruggirei,  l'on. Scaltritti ed il sen. Ciccanti  ad assumere una posizione contraria alla modifica della 185, accompagnando questa richiesta con una petizione di 260 firme. Dal resoconto della discussione al Parlamento Camera risulta il voto contrario dell'on. Ruggieri e favorevole dell'on. Scaltritti alla Camera, mentre al Senato  il sen. Ciccanti ha votato a favore della modifica della legge 185.
      
*Presidente Consulta Provinciale per la pace

03/04/2003





        
  



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