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Madein: no a un rischioso compromesso

| MILANO - Rondi, presidente Fondazione Biella The Art of Excellence: "L'etichettatura di origine deve essere obbligatoria per tutti e avere chiare regole di applicazione".

Obbligare solo i prodotti di provenienza extra-UE ad essere marcati con l’etichettatura di origine è contro le regole del WTO perché rappresenta una norma discriminante, e quindi protezionistica per la produzione UE. E’ questa in estrema sintesi la posizione di Ermanno Rondi, presidente di Fondazione BIELLA The Art of Excellence, sull’adozione della cosiddetta opzione 2, ovvero l’obbligatorietà dell’etichettatura di origine sui soli prodotti importati dalla UE, ma non su quelli di produzione europea.

Il forum “Competitività globale e marchio d’origine: il caso Biella, il caso Italia” organizzato dalla Fondazione Museo del Territorio Biellese e la Città di Biella in collaborazione con Regione Piemonte, Provincia di Biella e Fondazione Biella The Art of Excellence è l’occasione per commentare i nuovi sviluppi sulla normativa per l’etichettatura d’origine e il rilancio competitivo del tessile-abbigliamento biellese e italiano.

“Non possiamo ancora dirci soddisfatti – spiega il presidente della Fondazione BIELLA The Art of Excellence - delle aperture della Commissione sull’etichettatura di origine e delle recenti dichiarazioni del Commissario Mandelson favorevole all’obbligatorietà. Il rischio infatti è che nel giro di consultazione con i Paesi Membri si arrivi ad un pericoloso compromesso, che svuoti di fatto il provvedimento, il che potrebbe essere anche peggio dell’assenza di una norma.”

Tra i rischi vi è ad esempio quello di considerare alcune nazioni confinanti come aree privilegiate e quindi senza obbligo di marcatura, fatto che offrirebbe il fianco a possibili triangolazioni che annullerebbero gli effetti della norma. I prodotti di provenienza asiatica potrebbero essere importati in Turchia e una volta “lavati” della reale provenienza, potrebbero essere esportati nella UE senza obbligo di etichettatura.

“Richiedere il marchio d’origine dei prodotti importati – precisa Ermanno Rondi - senza precise regole secondo cui è possibile definire un prodotto come “fatto in Italia” significa sancire la non giuridicità dell’indicazione “made in…” provocandone la morte per asfissia. Si finirebbe per fare il gioco di quelle nazioni che non hanno interesse a rendere obbligatoria l’etichettatura, fornendo loro anche un alibi, la presunta applicazione della legge, contro eventuali rivendicazioni”.

L’opzione 3 ovvero quella che prevede marcatura d’origine per tutte le merci ovunque prodotte oltre alla cosiddetta tracciabilità a due livelli, sulla confezione e sul tessuto è, secondo gli imprenditori biellesi, l’unico modo per garantire efficacia e sostenibilità alla normativa sull’origine dei prodotti.

“Siamo convinti – continua il presidente Rondi - che una visione etica e trasparente del mercato , rispettosa del diritto di scelta consapevole da parte del cittadino, sia alla fine vincente. Detto questo credo che sia chiaro lo scenario e che i percorsi per superare questo momento di difficile congiuntura passino sia attraverso un normativa più stringente, sia attraverso una differenziazione intelligente e su più livelli”.

Il forum sulla competitività e sul marchio di origine, è infatti l’occasione per gli industriali venuti a Biella di fare il punto sui percorsi di sviluppo del settore tessile e dell’intera filiera moda. Il distretto Biellese è peraltro il palcoscenico ideale di questa discussione essendo uno dei più antichi distretti tessili dove ancora si concentra il 44,27% degli addetti italiani della tessitura di lana pettinata e il 48,1% degli addetti della filatura pettinata, dati che confermano Biella capitale della lana.

Proprio partendo dalla caratteristiche di un territorio nel quale dal 1985 al 2001 l’export di filati e tessuti è cresciuto di 4 volte e nel quale è ancora molto basso il ricorso alla delocalizzazione produttiva all’estero, occorre prendere atto dell’attuale momento di difficoltà il cui dato più significativo è rappresentato dalla forte contrazione delle esportazioni tra il 2001 e il 2003 generata sia dalla competizione asiatica sia dalla svalutazione del dollaro.

“Negli ultimi anni – spiega Rondi - il territorio biellese ha avviato un processo di differenziazione intelligente rafforzando le potenzialità ancora non sfruttate in diversi settori e analizzando le proprie leve competitive nell’ambito della specializzazione tradizionale del tessile. Sono emerse diverse opportunità che nel tessile si concretizzano con l’individuazione di nicchie produttive basate su innovazioni di prodotto e sull’eccellenza della qualità.”

I percorsi di rilancio competitivo di Biella hanno generato ad esempio nuovi sviluppi possibili dei tessili tecnici mirati ad applicazioni specifiche. Un’area di investigazione molto promettente è nata dal connubio sanità/tessile favorita dalle prospezioni promosse dall’associazione Tessile&Salute in collaborazione con l’ASL.
La strada principale della differenziazione biellese e di rilancio competitivo è però quella che punta al binomio qualità/eccellenza con l’obiettivo di riuscire a far percepire al mercato “l’unicità” della produzione del territorio.

“Il percorso – precisa Ermanno Rondi - richiede un profondo cambio di mentalità, ad oggi ancora molto concentrata sul processo, per acquisire la capacità di gestire sistemi complessi che partono dall’individuazione dei desideri delle fasce di mercato coinvolte per poi essere coltivati con investimenti in comunicazione e marketing capaci di far percepire i valori immateriali del prodotto. Pur non abbandonando il tradizionale “saper fare” biellese occorre trovare metodi e modalità per specializzarsi nel “far sapere” ovvero nel comunicare, in sintonia con i desideri del consumatore, il valore intrinseco dei prodotti.”

BIELLA The Art of Excellence, ha infatti lo scopo di sottolineare e comunicare le produzioni di eccellenza senza sostituirsi al marchio aziendale. Si tratta piuttosto di una sorta di apripista verso una politica di brand delle singole imprese e una sottolineatura delle caratteristiche tipiche della produzione biellese riaffermate attraverso regole stringenti in tema di qualità, sostenibilità ambientale, sicurezza sanitaria, origine.

“Con BIELLA The Art of Excellence – conclude il presidente Rondi - noi vogliamo far conoscere un sistema prodotto unico al mondo e qui troviamo il contatto forte con la cultura, con l’arte, con il mito che sono la sintesi della mostra “Sul filo della lana”. Un evento unico che sposa un distretto unico per far idealmente ripartire la ricerca del vello d’oro.”

20/04/2005





        
  



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