Da New York e Fabriano, Montalto Marche capitale delle sculture lignee sacre
Ascoli Piceno | Il visitatore rimane sorpreso nel trovarsi dinanzi a tante opere di grandissimo valore e per di più poco o per niente conosciute anche dagli addetti ai lavori.
Mostra sacri Legni
“I visitatori rimarranno stupiti dalle meraviglie che questo evento propone”. Così Alessandro Marchi, della Soprintendenza per il patrimonio storico artistico delle Marche, ha descritto in sede di conferenza stampa di presentazione la mostra “Sacri legni – scultura da Fabriano e dalla Marca Picena” che si apre oggi nel Museo Sistino di Montalto Marche.
E in effetti il visitatore rimane sorpreso nel trovarsi dinanzi a tante opere di grandissimo valore e per di più poco o per niente conosciute anche dagli addetti ai lavori.
Come hanno avuto modo di spiegare il dr. Marchi e la dr.ssa Benedetta Montevecchi della Soprintendenza, la mostra ospita molte opere, in gran parte sculture lignee, che con l’usura del tempo avevano perso la loro funzione di culto finendo in magazzini e depositi di chiese e istituti religiosi del piceno e che sono state riportate alla luce e pazientemente restaurate. Evidente la soddisfazione di don Vincenzo Catani e di Paola Di Girolami, rispettivamente responsabile dei beni culturali della Diocesi di S. Benedetto Montalto Ripatransone e direttrice dei Musei Sistini - che hanno rilevato come la rete di questi musei costituisca un “unicum” per l’integrazione che li caratterizza e la preziosità dei pezzi esposti.
Accanto a queste opere che confermano quanto ricco di testimonianze artistiche sia il piceno, vi sono pezzi giunti a Montalto appositamente per l’evento, a cominciare dal celebre gruppo ligneo dei “Magi” di Fabriano che la città della carta ha prestato in cambio di un pezzo altrettanto famoso come il Reliquiario sistino di Montalto, ora esposto alla mostra–cult delle Marche su Gentile, o la “Madonna col bambino”, proveniente da New York, che si ritiene facesse parte del medesimo gruppo.
E che vi sia uno stretto legame tra le mostre sulla grande arte marchigiana che impreziosiscono in questo periodo l’offerta culturale regionale lo ha sottolineato l’assesore provinciale alla cultura Olimpia Gobbi: “C’è un filo rosso ideale che collega tutto il versante montano della regione – ha detto la rappresentante della Provincia, tra i principali sostenitori dell’evento di Montalto - che parte da Fabriano, si snoda per le rassegne di Camerino e S. Severino e giunge nel Piceno per diramarsi in due percorsi, la mostra su “L’Aquila e il leone” a Fermo e, appunto, questa rassegna sui legni sacri a Montalto. E’ il segno – ha concluso Gobbi – che quando si costruiscono eventi basati non sui grandi nomi per il solo piacere di fare “audience”, ma sul territorio, su ciò che di bello esso ha saputo creare nei secoli, si ha la possibilità di lasciare un segno duraturo e soprattutto si può offrire un’immagine ben precisa e definita ai visitatori”.
“Ci si attende molto da questa mostra - come ha ribadito per la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo l’ing. Amedeo Grilli – soprattutto ci aspettiamo che quei turisti alla ricerca di cose belle nel nostro Paese, che sono sempre di più, facciano onore a queste rassegne basate su un’attenta ricerca della qualità e non solo su un’abile operazione di comunicazione”.
Soddisfazione per la possibilità di accogliere nella terra di Sisto V una collezione di oggetti appartenuti al culto più autentico del cristianesimo dal ‘200 al ‘700 è stata espressa anche dal sindaco di Montalto Guido Mastrosani, secondo il quale “questo territorio ha tutte le carte in regola per far passare un messaggio vincente per i propri abitanti e per una domanda crescente di turismo culturale, quello di un’area dalle tantissime risorse e in grado di offrire un patrimonio di clamorosa bellezza”.
Accanto ai citati “magi”, vanno menzionati alcuni pezzi in esposizione da non perdere: “la Madonna in umiltà” di Francescuccio Ghissi proveniente da Montegiorgio, un inedito S. Pietro proveniente da Castignano, il bellissimo S. Sebastiano di Casalicchio di Montemonaco, opera del rinascimento marchigiano scolpito nello studio del Maesto di Macereto, fino all’opera più stupefacente, la “Maddalna sollevata dagli angeli”, proveniente da Ripatranone, integralmente ricoperta dai suoi capelli d’oro. Come d’oro è un altro capolavoro esposto, il piccolo Crocifisso, proveniente da Comunanza, che quasi sicuramente fu realizzato nell’atelier del grande scultore e orafo ascolano Pietro Vannini.
La mostra resterà aperta fino al 17 settembre. Per informazioni: 0736/828688 sito internet www.museisistini.it
E in effetti il visitatore rimane sorpreso nel trovarsi dinanzi a tante opere di grandissimo valore e per di più poco o per niente conosciute anche dagli addetti ai lavori.
Come hanno avuto modo di spiegare il dr. Marchi e la dr.ssa Benedetta Montevecchi della Soprintendenza, la mostra ospita molte opere, in gran parte sculture lignee, che con l’usura del tempo avevano perso la loro funzione di culto finendo in magazzini e depositi di chiese e istituti religiosi del piceno e che sono state riportate alla luce e pazientemente restaurate. Evidente la soddisfazione di don Vincenzo Catani e di Paola Di Girolami, rispettivamente responsabile dei beni culturali della Diocesi di S. Benedetto Montalto Ripatransone e direttrice dei Musei Sistini - che hanno rilevato come la rete di questi musei costituisca un “unicum” per l’integrazione che li caratterizza e la preziosità dei pezzi esposti.
Accanto a queste opere che confermano quanto ricco di testimonianze artistiche sia il piceno, vi sono pezzi giunti a Montalto appositamente per l’evento, a cominciare dal celebre gruppo ligneo dei “Magi” di Fabriano che la città della carta ha prestato in cambio di un pezzo altrettanto famoso come il Reliquiario sistino di Montalto, ora esposto alla mostra–cult delle Marche su Gentile, o la “Madonna col bambino”, proveniente da New York, che si ritiene facesse parte del medesimo gruppo.
E che vi sia uno stretto legame tra le mostre sulla grande arte marchigiana che impreziosiscono in questo periodo l’offerta culturale regionale lo ha sottolineato l’assesore provinciale alla cultura Olimpia Gobbi: “C’è un filo rosso ideale che collega tutto il versante montano della regione – ha detto la rappresentante della Provincia, tra i principali sostenitori dell’evento di Montalto - che parte da Fabriano, si snoda per le rassegne di Camerino e S. Severino e giunge nel Piceno per diramarsi in due percorsi, la mostra su “L’Aquila e il leone” a Fermo e, appunto, questa rassegna sui legni sacri a Montalto. E’ il segno – ha concluso Gobbi – che quando si costruiscono eventi basati non sui grandi nomi per il solo piacere di fare “audience”, ma sul territorio, su ciò che di bello esso ha saputo creare nei secoli, si ha la possibilità di lasciare un segno duraturo e soprattutto si può offrire un’immagine ben precisa e definita ai visitatori”.
“Ci si attende molto da questa mostra - come ha ribadito per la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo l’ing. Amedeo Grilli – soprattutto ci aspettiamo che quei turisti alla ricerca di cose belle nel nostro Paese, che sono sempre di più, facciano onore a queste rassegne basate su un’attenta ricerca della qualità e non solo su un’abile operazione di comunicazione”.
Soddisfazione per la possibilità di accogliere nella terra di Sisto V una collezione di oggetti appartenuti al culto più autentico del cristianesimo dal ‘200 al ‘700 è stata espressa anche dal sindaco di Montalto Guido Mastrosani, secondo il quale “questo territorio ha tutte le carte in regola per far passare un messaggio vincente per i propri abitanti e per una domanda crescente di turismo culturale, quello di un’area dalle tantissime risorse e in grado di offrire un patrimonio di clamorosa bellezza”.
Accanto ai citati “magi”, vanno menzionati alcuni pezzi in esposizione da non perdere: “la Madonna in umiltà” di Francescuccio Ghissi proveniente da Montegiorgio, un inedito S. Pietro proveniente da Castignano, il bellissimo S. Sebastiano di Casalicchio di Montemonaco, opera del rinascimento marchigiano scolpito nello studio del Maesto di Macereto, fino all’opera più stupefacente, la “Maddalna sollevata dagli angeli”, proveniente da Ripatranone, integralmente ricoperta dai suoi capelli d’oro. Come d’oro è un altro capolavoro esposto, il piccolo Crocifisso, proveniente da Comunanza, che quasi sicuramente fu realizzato nell’atelier del grande scultore e orafo ascolano Pietro Vannini.
La mostra resterà aperta fino al 17 settembre. Per informazioni: 0736/828688 sito internet www.museisistini.it
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22/04/2006
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