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I mercoledi' dell'architettura

Ascoli Piceno | Incontri di architettura e cultura urbana

Mercoledì 26 aprile, alle ore 18,30, presso la Libreria Rinascita (Palazzetto della Comunicazione Piazza Roma 7, Ascoli Piceno) si svolgerà un incontro, organizzato dalla Facoltà di Architettura (Dipartimento ProCam) su “Congetture sul Paesaggio”, al quale interverranno Filippo De Pieri che ha curato il “Manifesto del Terzo paesaggio” di Gilles Clément e Roberto Cancan, autore di “Corrispondenze. Teorie e storie dal landscape”.

“L’appuntamento, che vedrà la partecipazione dei professori Massimo Sargolini e Cristiano Toraldo di Francia – spiega il responsabile dell’evento, il professor Gabriele Mastrigli - vuole affrontare la complessa natura della nozione contemporanea di paesaggio attraverso la presentazione di due volumi di recente pubblicazione”.
“Manifesto del Terzo paesaggio” (a cura di Filippo de Pieri, Quodlibet) è il primo libro tradotto in italiano di uno tra i più noti paesaggisti europei. Con l’espressione “Terzo paesaggio”, Gilles Clément indica tutti i “luoghi abbandonati dall’uomo”: i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili, le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un’aiuola spartitraffico…

Sono spazi diversi per forma, dimensione e statuto, accomunati solo dall’assenza di ogni attività umana, ma che presi nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica. Questo piccolo libro ne mostra i meccanismi evolutivi, le connessioni reciproche, l’importanza per il futuro del pianeta. È un’opera di grande densità teorica, che apre un campo di riflessione anche ad implicazioni politiche. In “Corrispondenze. Teorie e storie dal landscape” (Gangemi), Roberto Zancan tratta il paesaggio a partire dal termine che ne traduce il significato, ampliandolo e alterandolo, nella lingua inglese: il landscape, un concetto a cui discipline un tempo indipendenti, come l’arte, l’architettura e l’urbanistica, avvisano la necessità di associare i loro nomi per poter operare ed acquisire legittimità nel mondo contemporaneo, ridefinendosi a loro volta come landscape-art, landscape-architecture, landscape-urbanism.

“Termine vago, dai contenuti e dai confini incerti, il landscape è così diventato l’elemento di relazione privilegiato delle attività di design, - continua Mastrigli - sostituendo la preoccupazione per il contesto che aveva caratterizzato i decenni precedenti. Più adatto del contesto a rappresentare l’attuale uso allargato del territorio e la distribuzione illimitata dei fatti urbani sulla crosta terreste, il landscape appare però capace di affermarsi soprattutto perché, grazie alle sue implicite qualità visive, è molto più efficace nel rispondere al bisogno di spettacolarizzazione che l’epoca presente tanto richiede”.

A questa spettacolarizzazione si consegnano anche le attività del landscape design, accettando spesso di rimanere delle pratiche accessorie, limitate a “decorare” di qualità estetiche, ambientali, economiche, programmi e progetti contraddittori. È rispetto a tale attitudine che questo libro prende posizione, rivendicando una ragione critica e un valore originale per il design. Costruendo delle “teorie” di osservazioni e raccontando delle “storie” in qualche modo alternative ai processi dominanti, esso mette in luce le molte “corrispondenze” che invitano a pensare un landscape contemporaneo differente e aperto.

24/04/2006





        
  



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