Tutto iniziava - e veniva alla luce - con una richiesta di intervento della Polizia, formulata da operatori del 118, che segnalavano difficoltà nel gestire un macedone che stava dando in escandescenza, all'interno della propria abitazione.

Giunta sul posto, la Volante della Polizia, trovava i quattro operatori sanitari, alle prese con un soggetto - peraltro noto alle Forze dell'Ordine - con varie parti del corpo insanguinate ed in evidente stato di agitazione.

Il tale, trattenuto a stento dalla madre, ed in chiaro stato di alterazione, si produceva, non soltanto nell'esternare minacce di morte all'indirizzo di un infermiere; ma, alla vista dei poliziotti, indirizzava anche nei loro confronti pesanti minacce, aggredendoli - altresì - con calci e pugni.

Alla fine, il macedone, veniva immobilizzato e reso incapace di nuocere ulteriormente.

Tuttavia, l'operazione, avveniva con non poche difficoltà; anche perché, la madre del tale - nel bel mezzo dell'azione - opponeva viva resistenza all'intervento dei poliziotti, ostacolandoli e strattonandoli.

Dalla successiva ricostruzione del fatto - inoltre - si acclarava che, poco prima dell'arrivo della Volante, un infermiere ed un medico del 118 erano stati colpiti; e che la Polizia, era stata chiamata proprio perché il macedone si era ferito rompendo volontariamente una porta finestra della propria abitazione, provocandosi profonde lacerazioni ad un braccio ed alla testa.

I due, - figlio e madre - sono stati tratti in arresto e dovranno rispondere dei seguenti reati: minaccia, resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale.

I due poliziotti intervenuti, invece, - purtroppo - a seguito dell'incresciosa vicenda, hanno riportato varie contusioni, derivanti dalla colluttazione.