La Guardia di Finanza ha acquisito stamattina tutta la documentazione relativa al bando per la costruzione della nuova scuola Curzi, presso il settore lavori pubblici del Comune di San Benedetto. È l’ormai famosa vicenda della vendita delle scuole, cosiddetta per la veemente contestazione da parte dei comitati di quartiere del Paese Alto e del Ponterotto contro l’alienazione di due ex scuole, rispettivamente la Castello e la Borgo Trevisani (quest’ultima è stata temporaneamente riaperta per ospitare alcune classi della scuola materna di via Togliatti).

 

Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, tenente colonnello Guido Pieri, fornisce una semplice conferma dell’avvenuto sequestro, senza ulteriori particolari: “le indagini sono state delegate dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno alla sezione giudiziaria del Corpo della Forestale unitamente alla Guardia di Finanza, per la determinazione della regolarità di una gara d’appalto effettuata dal Comune, per la costruzione di un plesso scolastico”.

 

Il procedimento è seguito dal procuratore in persona, dott. Franco Ponticelli.

 

Per la costruzione della nuova Curzi in zona San Pio X il Comune offriva in blocco indivisibile cinque immobili (oltre alle due ex scuole, anche l’attuale scuola Curzi, l’ex Capitaneria di porto di via Paolini, che ospita al momento alcune classi dell’Alberghiero, l’ex macello di via Cairoli) e chiedeva un conguaglio di circa 810 mila euro. L’Autorità aveva contestato dapprima questa indivisibilità. Poi, e di questo aveva avvisato la Procura, il fatto che all’epoca del bando le due scuole risultassero ancora funzionanti, ovvero prive di una dichiarazione “di non più pubblica utilità”. La stessa situazione, del resto, in cui verte ancora oggi la “vecchia sede” della scuola Curzi (che poi tanto vecchia non è, essendo stata riqualificata pochi anni fa).

 

Nel frattempo la “Lita costruzioni srl” di Fano, unica ditta che aveva risposto al bando, aggiudicandoselo, aveva fatto ricorso al TAR delle Marche, vincendolo, contro l’annullamento dell’esito di gara, per presunta mancanza dei requisiti. Il Comune di San Benedetto si è appellato al Consiglio di Stato, ricorso tuttora pendente.