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5° edizione "l’Anziano si racconta"

Ascoli Piceno | Nella sala Auditorium Polo Culturale S. Agostino, si è svolta la premiazione della 5° edizione "l'anziano si racconta".

Sette sono stati i premiati, ma sicuramente tutti e settantotto lo meritavano, non è stato facile per la commissione, ma si è giunti unitariamente a delle ottime scelte.

Nepi Domenico, è stato premiato per il primo tema riferito alla Liberazione e alla resistenza, con il titolo “Il nonno racconta c’era una volta la Resistenza” L’idea per la costruzione del racconto è semplice: una favola, dove bene e male sono ben distinti, con la quale si raccontano i tragici eventi di sessanta anni fa.

Un espediente narrativo elementare che ha dietro di sé un’intenzione forte, quella di ribadire che la libertà e la democrazia sono il risultato delle scelte di alcuni e non di chiunque abbia combattuto.

Tutti i combattenti hanno sicuramente diritto al rispetto, ma chi ha lottato ed è morto contro il nazismo ed fascismo ha il diritto di avere riconosciuta quella scelta e ad essere ricordato come artefice di un’Italia libera, democratica; ispirata dal valore della pace.

Per la poesia Corinaldesi Di Rosa Fiorella ha ricevuto la menzione speciale, non uno, ma 31 pezzi di memoria e di storia che creano un unico racconto in versi. Ma è la poesia che pervade il tutto: della poesia resta, anzi si afferma, la capacità di entrare dentro chi legge. Mentre il racconto risucchia il lettore nella storia narrata, lo rende spettatore e attore; la poesia è più discreta, lascia ognuno dov’è, ma nessuno è più come prima dopo il suo passaggio.

Sono evocati eventi e personaggi cari alla nostra memoria: la famiglia Cervi, la lotta partigiana, il 25 Aprile, ma ci ha fatto piacere leggere anche due brani dedicati ai congiurati tedeschi che attentarono ad Hitler. Gli uomini degni appartengono alla memoria di tutti.

Per il racconto Ercoli Tania, dal titolo “In bilico”,struggente confessione di un doloroso sentimento, ma anche espressione di amore che non affievolisce. Un omaggio al nonno scomparso, agli ultimi attimi della sua vita, all’ultimo bacio prima del distacco. Non il racconto di un anziano, quindi, ma racconto dedicato ad un anziano ed ai sentimenti che ha suscitato e suscita. Del resto non è vivo solo chi racconta, ma vive anche, soprattutto, chi è raccontato. In questo modo scompare il bilico tra il mondo degli occhi aperti e quello degli occhi chiusi: chi è nei nostri racconti è nella nostra vita. È qui! Adesso!

La canzone ha visto premiato Santoni Domenico, una canzone dal titolo “Lu prime vace” che, attraversando la memoria intima di ognuno di noi, rende un’esperienza personale, segreta, un evento universale: il tratto d’unione tra uomini di tempi diversi. Non più distinzioni d’età - né vecchi, né adulti, né giovani - ma un unico tenero volo verso momenti, vicini o lontani, dove tutto è complice e spettatore di un evento irripetibile. Per una volta, almeno per una volta, ognuno al centro del mondo.

Per la filastrocca, la sig.ra Riti Giuliana dal titolo “Cosi.. non va”, riceve il premio con la seguente motivazione: la semplice struttura della filastrocca nasconde sovente questioni tutt’altro che facili.
Il bambino - o l’autrice bambina? - fa domande chiare e profonde: gli uomini sono artefici di quel che accade loro e nonostante ciò pare che nessuno sia in grado di rimediare agli orrori che si producono. Perché? All’interrogativo non c’è risposta, se non nell’uomo stesso: egoismo e avidità sono i peccati; unico il rimedio: solidarietà!

Una video-commedia “Li ecchi e li fichi sporca le case”, in dialetto,simpatica anche quest’autore Bonifazi Wladimiro è arrivato ai problemi in modo simpatico e centrando il motivo importante del rapporto intergenerazionale, nonni/nipoti. Della commedia, sicuramente brillante e piacevole da vedere, ci ha colpito la naturale complicità tra le due generazioni estreme, i due giovani figli e gli anziani genitori, unite dalla stessa prospettiva di vita: la voce del cuore. Una prospettiva che l’età di mezzo, quella del “non più” (giovane) e “non ancora” (vecchia), ha accantonato per lasciare spazio al calcolo e all’interesse materiale. È solo quando c’è la certezza della trasmissione della vera eredità, che non è quella materiale, che i protagonisti della generazione più vecchia lasciano la scena. Così come descritto nel breve epilogo. Un’opera che in maniera leggera e divertente mette in luce il ruolo essenziale degli anziani: gli unici in grado di fondere in sé cuore e concretezza.

Capriotti Giulia e Straccia Pamela anche loro hanno ricevuto una riconoscenza con una toccante video-intervista agli ospiti di una residenza assistita con un titolo espressivo e preciso, “Luce nei loro occhi”. Il titolo del lavoro, LUCE NEI LORO OCCHI, esprime con felice sintesi l’impressione che suscita la visione di questo breve racconto filmato. I frammenti di memoria di Giovanni, Enrichetta e tutti gli altri incuriosiscono. Ma non le parole, bensì i loro occhi testimoniano la verità di quei momenti e, soprattutto, la forza vitale che sostiene chi racconta. Per un modo di pensare che fa dell’immagine e dell’efficienza i criteri cardine con cui assegnare il destino di ognuno, la sequenza finale dei volti in primo piano ha certamente un che di eversivo. Le rughe, i sorrisi improbabili, i visi asciugati dal tempo, scompaiono sovrastati dagli sguardi fermi, vividi, diretti, dei protagonisti. Traspare un invito: avvicinatevi, guardateci negli occhi.........

12/05/2005





        
  



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