Agostini su riqualificazione ex Carbon "Solite vecchie strategie consociative"
Ascoli Piceno | Pubblichiamo la nota stampa inviata dall'onorevole in merito al progetto di riqualificazione presentato dalla Restart.
L'area della ex Carbon nel centro di Ascoli
Ritengo che la politica debba fare il proprio dovere, ovvero quello di discutere dei temi che riguardano il territorio ed in particolare i cittadini. L'idea di suddividere in tre parti l'area Carbon nacque da un vecchio studio dell'ARMAL ripreso poi da Ferrara Ricerche e dalla nostra Facoltà di Architettura. L'intervento era basato sul fatto che il polo tecnologico e scientifico dovesse essere un nuovo motore dello sviluppo della città e del territorio e che gli ultimi circa 220 dipendenti sarebbero dovuti, dopo un inevitabile periodo di ammortizzatori sociali, essere riassorbiti in questa nuova fase.
Ci fu chi, come me, già allora rimase scettico in merito a tale proposta ma siccome il sindacato insistette perché questa fosse l'ipotesi su cui lavorare anche io me ne convinsi. Guardando il progetto della Restart mi pare di poter affermare che l'unica cosa certa di cui si ragiona sono le volumetrie da edificare compreso il contenitore di questo ipotetico polo tecnologico senza definirne minimamente i contenuti. Ma tutto ciò era già intuibile dal protocollo d' intesa sottoscritto dalle parti circa un anno fa in cui si affermava che la bonifica avrebbe dovuto procedere "coerentemente" con le varianti urbanistiche. Quindi non una bonifica dell'intera area ma una bonifica a pezzetti?
Premetto che i soggetti privati tutelano ed organizzano i loro legittimi interessi mentre compete all'Ente pubblico il compito di mediare tra il legittimo interesse del privato ed il sacrosanto interesse pubblico e generale. É avvenuto tutto ciò in questa circostanza? Mi sento a questo punto di porre alcune domande dalle cui risposte, a mio avviso, potrebbero derivare le proposte, giustamente ricercate dall'assessore Canzian. Dove sono finiti i posti di lavoro promessi per riassorbire almeno in parte i dipendenti della ex sgl carbon messi in mobilità? Perché alla Provincia di Ascoli sono arrivati solo 1,7 milioni di euro degli 8 stanziati per la riqualificazione delle aree inquinate da bonificare, somme tra l'altro utilizzate per riacquistare un vecchio stabile che verosimilmente nulla avrà a che vedere con il progetto complessivo? In che tempi si attuerà il polo tecnologico scientifico? Visto che la Regione Marche con delibera n.209 del 20.02.2012 ha istituito il polo tecnologico scientifico sulla domotica (l'unico possibile in questo momento in tutta la regione) a Fabriano, sulla direttrice Camerino-Matelica, come si legge dalla suddetta delibera, non poteva essere questo individuato nell'area Carbon? Soprattutto alla luce del fatto che con ogni probabilità a questa scelta seguiranno i finanziamenti che in primo luogo verranno individuati nei residui dei fondi FERS. Ed anche sulla progettazione non poteva essere presa in considerazione la proposta dell'Ordine degli Architetti di indire un concorso internazionale d'idee? Ho piuttosto la sensazione che anche da questo punto di vista si voglia ripercorrere vecchie e consumate strade: quelle di accordi consociativi, non molto visibili, dove il politico di turno metterà un tecnico di suo riferimento. Era proprio necessario in un momento di grande crisi economica e sociale, dove nel nostro territorio si rischia la rottura della coesione sociale, che la Fondazione della Cassa di Risparmio invece di finanziare i servizi sociali e sanità pubblica compartecipasse ad una operazione che ad oggi sembra di appannaggio esclusivamente privato (e mi chiedo cosa ci azzecca la Fondazione Carisap con tutto questo)? Non é per caso che dietro questa operazione si riorganizzino poteri più o meno visibili? Non voglio entrare nel merito del progetto presentato perché non ne ho le necessarie competenze ma il giudizio critico di chi ne ha come il prof. Cao della facoltà di Architettura, i cui commenti abbiamo letto sui giornali, qualche riflessione dovrà pur indurla. Se penso che 380.000 mc corrispondono a circa 3.500 abitanti equivalenti a quelli di un comune grande come Ripatransone o a 1.500 appartamenti da circa 80 mq. ciascuno o a volumi 10 volte più grandi di comparto Firenze, non posso che desumere che le critiche del prof. Cao hanno certamente un fondamento di verità. Ammesso che tutto ciò si possa realizzare cosa farebbero per oltre 20 anni le piccole e medie imprese edili del territorio? Mi sembra che di tutto si possa parlare tranne che di sviluppo visto che malgrado la disponibilità di abitazioni nelle varie e discutibili varianti approvate il numero degli abitanti di Ascoli é sceso tragicamente sotto i 50.000. Da ultimo così come giustamente ricordato dall' assessore Canzian, ovvero la necessità di essere propositivi, suggerirei di ripartire dall'interesse pubblico e quindi dal presupposto di realizzare in primis il polo tecnologico-scientifico per creare posti di lavoro, in particolare per quelli che lo hanno perso ma anche per i nostri giovani, per contrastare ed invertire il fenomeno della migrazione dei migliori cervelli, chiedendo alla Regione di ripensare alla ubicazione del polo della domotica e di istituirlo ad Ascoli nell'area Carbon e di collegare ad esso i finanziamenti necessari a cominciare dalla rimodulazione dei fondi FERS e dal ripristino dei finanziamenti del Ministero delle Attività produttive sul programma Industria 2015 che inopportunamente e frettolosamente il governo Berlusconi ha eliminato.
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14/05/2012
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