"Carissimo Sindaco Martinelli

lo sa che se le venisse il singhiozzo ogni volta che la penso, di giorno o di notte, dovrebbe farsi ricoverare tra i malati a lunga degenza, o addirittura tra gli irrecuperabili (tra i terminali no, per carità!".

E' per via di quella chiesina da costruire a San Giuseppe per "quilli de jò Tenna".

Ieri mattina poi, Pentecoste, nella preghiera dei fedeli, l'intenzione proposta recitava: "per gli amministratori della cosa pubblica, per i governanti, perchè, aperti all'azione dello Spirito Santo... promuovano il bene comune... ecc. ecc..". Siccome allo Spirito Santo io ci credo un po', ho risposto talmente forte "Ascoltaci Signore!" che la gente ha subito alzato gli occhi dal foglietto e con sguardo interrogativo si è chiesta: "Con chi ce l'avrà, oggi, il curato? Col Sindaco certamente no, perchè questi afferma sempre "Noi la Chiesa la vogliamo per il bene comune; la Chiesa va avanti!". Allora?... Mistero, ma non della fede o di fede, perchè questa ci può essere anche se non si vede.

Però, Sindaco, mi creda, lo dico per il bene suo. Non le sta mica bene dire una cosa, e poi far del tutto per  far capire il contrario! Perchè, alla fine, il popolo se ne accorge, lo capisce. Io troppo mi sforzo a convincere questa gente che lei è veramente sincero quando dice che la Chiesa la vuole! Lo vede che significa? La gente non mi crede più. Allora - dico - è proprio vero che la fede è in crisi!

Mi permetta un modesto consiglio, piano piano, all'orecchio: quella famosa letterina alla Provincia per gli accordi di programma,  la mandi via subito, zitto zitto; e se non dovesse tornare immediatamente la risposta da Ascoli, si faccia sentire bene, con la voce grossa; e una volta ritornata da Ascoli chiami subito anche di nascosto gli interessati per la firma dell'accordo.

Così, le dico la verità, ne sono certo, la gente ci rimarrà male, si vergognerà di aver pensato storto del suo Sindaco! Ho sentito anche "Quel Carlo Collodi, se fosse vissuto adesso, avrebbe trovato subito il personaggio per il suo libro!". Ma che irriguardosi!

Lei parla di iter burocratico: il latino lei lo sa benissimo. Iter viene da eo  (verbo che significa camminare, andare: cf. Georges Calonghi); se la pratica rimane nel cassetto a Sant'Elpidio, non anda, non cammina. Mah! Sarà un latino che io non ho studiato!

Se poi, come è libero di fare, volesse fare il contrarrio e rimandare alle calende greche tutta la faccenda, può sorgere il pericolo che la firma sulla pergamena da cementare nella prima pietra della nuova Chiesa a San Giuseppe, lei non la potrà apporre. Ciò sarebbe uno smacco per lei, vivace cultore della storia e dei centri storici: passar dimenticato, così, alla chetichella, per questa povera storia umana, che vergogna per un Martinelli!

A meno che non preferisca, su quella pietra, porre delicatamente il collo per una fine gloriosa, come San Giovanni Battista (con tutto rispetto e venerazione!), il Santo del suo Onomastico.

Allora la storia lo salverebbe! Ma tant'è, alla gloria del martirio lei non ci tiene proprio, come ebbe a rispondere il 24 giugno dell'anno scorso, festa di San Giovanni, agli auguri veramente sinceri che gli formulava un povero curato di campagna che, in fondo, gli vuole bene".