13 dipendenti del Consorzio di Bonifica rischiano il posto di lavoro a causa dell’attivazione da parte dell’Amministratore Straordinario dell’ente della procedura di messa in mobilità dei lavoratori dichiarati in esubero. Si tratta dell’ultimo, drammatico episodio di una telenovela che – dopo anni di equivoci e di turbative finanziarie – rischia di chiudersi nel modo peggiore: il licenziamento di 13 dipendenti pubblici tra cui una disabile.

La decisione dell’Amministratore – adottata nello scorso mese di aprile – consegue al Decreto del 9 marzo 2005 con cui il Presidente della Giunta Regionale ha provveduto alla fusione dei tre preesistenti consorzi di Bonifica del Sud delle Marche (Tronto, Aso e Tenna) ma contraddice palesemente l’art. 3 della legge regionale n.12/2004. Una norma che prevede espressamente il riassorbimento del personale in esubero da parte della provincia di Ascoli sia in modo diretto che indiretto (attraverso il coinvolgimento di altri enti territoriali). Non a caso il varo della legge era stata preceduto dall’assunzione di un preciso impegno da parte della provincia di Ascoli che si era impegnata a reclutare un numero variabile tra 10 e 15 dipendenti dal Consorzio di Bonifica del Tronto.

In seguito il 22.2.05, prima che venisse formalizzata la fusione effettiva, era intercorso un accordo tra Regione e Provincia con la quale l’Amministrazione di Palazzo San Filippo si era dichiarata disponibile ad assumere, nell’arco di tre anni, dieci unità di personale e precisamente: cinque operai nel 2005, tre tecnici nel 2006 e due unità, una tecnica ed una amministrativa, nel 2007. Il protocollo tuttavia è stato inspiegabilmente adottato prima che l’Amministratore Straordinario effettuasse la ricognizione specifica del personale in eccesso.

E così, nel momento in cui si è accertato che gli esuberi riguardavano prevalentemente personale amministrativo e non tecnico, la Provincia ha dichiarato il suo NIET alla prospettiva di reclutare personale con qualifica diversa da quella individuata con l’accordo. A questo punto l’Amministratore Straordinario ha pensato bene di licenziare i 13 dipendenti, ricorrendo ad una procedura di mobilità ai sensi del D.lgs. 110/04 che tuttavia non può essere applicata ai Consorzi di Bonifica. A nulla sono valse ancora le richieste rivolte dal sindacato alla Regione affinché l’atto di messa in disponibilità fosse revocato e/o annullato. Un atto doppiamente illegittimo: sia per la tipologia della normativa specifica della mobilità sia per l’esistenza del citato articolo 3 della legge regionale di fusione che prescrive il riassorbimento del personale in esubero.

La Regione ha l’obbligo di annullare l’atto dell’Amministratore. Per questo senso ho proposto una specifica interrogazione al Presidente della Giunta Regionale affinché intervenga sia per annullare i licenziamenti sia per indurre la Provincia di Ascoli Piceno a mantenere gli impegni del 2004. Ove ciò non avvenisse trasmetterò doverosamente il fascicolo alla Procura competente ed alla Corte dei Conti.