Dal 1° giugno chiusa la sede ascolana del Consorzio di Bonifica
| Castelli si rivolge all'assessore Ascoli affinchè blocchi la procedura di messa in mobilità ed induca la provincia di Ascoli Piceno al riassorbimento del personale in esubero.
di Guido Castelli
Dopo la notizia della messa in mobilità, previo licenziamento, di 13 dipendenti del Consorzio di Bonifica, un’altra tegola cade sulla “parte”ascolana dell’Ente Pubblico che cura l’irrigazione della vallata del Tronto.
La notizia è di quelle che non ammette repliche: dal 1 giugno verrà chiusa la sede di Ascoli Piceno. A seguito della fusione dei 3 consorzio di bonifica operanti nella provincia, infatti, la regione ha deciso di collocare a Pedaso (quindi in territorio fermano) la sede del nuovo “super consorzio” disponendo la chiusura di quello degli uffici ascolani.
Nella odierna provincia di Ascoli Piceno rimarrà esclusivamente un piccolo spazio operativo a Colli del Tronto che non eviterà il trasferimento coattivo a Pedaso di tutti i dipendenti ascolani.
Si tratta evidentemente di un’ulteriore perdita inflitta alla prov. Ascolana ed in particolare al capoluogo che non tarderà a produrre conseguenze negative in materia di attività irrigua e di assetto idrogeologico.
Una vicenda davvero grottesca soprattutto alla luce delle precedenti decisioni che già 3 anni fa indussero la Regione a svendere la sede storica di proprietà del consorzio di bonifica per colmare le falle di bilancio apertesi anche per effetto di precedenti provvedimenti regionali in materia di bonifica.
E’ così, dunque, Ascoli si accinge a perdere definitivamente un ulteriore presidio pubblico proprio nel momento in cui, ironia della sorte, la scure della Regione Marche minaccia di abbattersi sulla testa di 13 dipendenti pubblici per i quali sono state avviate, nel totale silenzio della Regione, le procedure di licenziamento.
A quest’ultimo riguardo, comunque, dopo aver presentato un’interrogazione ed una mozione specifica, ho scritto una lettera all’assessore regionale al lavoro Ugo Ascoli affinché, esercitando le funzioni di sua competenza, blocchi la procedura di messa in mobilità ed induca la provincia di Ascoli Piceno al riassorbimento del personale in esubero nel rispetto di quanto prescritto dall’art. 3 della L.R. 12/2004.
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25/05/2006
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