Bisogna restituire alla società una persona recuperata
Ascoli Piceno | Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, è stato presentato il 13 corso di legatoria e rilegatoria per detenuti.
di Mauro Giorgi
La pena deve tendere alla rieducazione del condannato e non emarginarlo del tutto.
Restituire alla società una persona pienamente recuperata, infatti, significa avere la possibilità di poter contare su una nuova risorsa.
E' per questo motivo che da oltre tredici anni l'Amministrazione Provinciale in sinergia con il Centro Locale per la formazione industriale e la Direzione Casa Circondariale, organizza corsi di legatoria e rilegatoria dei libri tra i detenuti del super carcere in Marino del Tronto. Grazie ad un laboratorio presente all'interno della Casa Circondariale, infatti, i detenuti hanno la possibilità di imparare un mestiere che nel mondo lavorativo attuale è poco presente.
Questo corso che si sta organizzando ininterrottamente da circa 13 anni ha lo scopo di imparare un mestiere che nel mercato del lavoro è poco presente dichiara l'assessore alla Formazione Professionale e Lavoro Emidio Catalucci Con questo strumento costante, duraturo e fisso, prosegue, vogliamo che la pena non sia soltanto punitiva e basta, ma anche e soprattutto formativa. Imparare un mestiere ed avere una qualifica, aggiunge, può permettere ai detenuti di trovare un lavoro con una maggiore possibilità. Se ancora nelle carceri c'è il problema del sovraffollamento e dalla pena intesa come reclusione è perché le forze del Centro-Destra sono intervenute in maniera approssimativa e inadeguata. Crediamo, conclude, che il carcere debba essere un momento di ripensamento, convinzione ed educazione.
Dello stesso avviso la direttrice del Centro Locale per la formazione industriale Maria Daniela D'angelo:
Questo corso di 700 ore è stato reso possibile grazie ai finanziamenti della Provincia e del Fondo Sociale europeo. Siamo talmente subissati di richieste, 50 su 80 per l'esattezza, che non sappiamo come accontentare tutti gli allievi che vogliono partecipare al percorso formativo. Quest'anno, aggiunge, abbiamo inserito al precedente programma le materie dell'informatica e delle lingue. Questi percorsi di alfabetizzazione, conclude, permettono al detenuto, una volta uscito di qui, di crearsi un'attività autonoma.
In conclusione l'intervento della direttrice della Casa Circondariale Lucia Di Felice Antonio:
Dobbiamo restituire alla società una persona recuperata in ogni aspetto. Si tratta di dare concretezza, precisa, a quelle belle parole che si sono dette durante l'incontro tra la Chiesa Cattolica ed il Governo Italiano nel Giubileo del 2000. La nostra sfida, prosegue, è quella di dare continuità a questo aspetto creando un laboratorio interno dove i detenuti comuni, e non quelli del 41 bis, abbiano l'opportunità di creare qualcosa. Grazie alla convenzione del progetto ministeriale DPR 309 del '90 ed a un appoggio con un cooperativa che potrebbe fungere da intermediaria per delle commesse di lavoro, aggiunge, abbiamo l'opportunità di creare un vero e proprio impiego del detenuto all'interno del carcere.
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27/05/2003
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