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Progetto "Codice di pace". Incontro con Cecilia Strada e Claudio Speranza

Ascoli Piceno | I ragazzi hanno avuto modo di parlare con la giornalista e l'operatore Rai presso il liceo scientifico “Orsini” di Ascoli Piceno.

Il logo di Emergency

Questa mattina, presso il liceo scientifico "Orsini" di Ascoli Piceno, i ragazzi che hanno partecipato al progetto "Codici di pace. Stili di vita e informazioni contro la guerra" hanno incontrato la giornalista di PeaceReporter Cecilia Strada, figlia di Gino Strada fondatore di Emergency e l'operatore Rai, Claudio Speranza.

Il progetto, promosso dal gruppo ascolano di "Emergency", con la collaborazione ed il sostegno del Centro Servizi per il Volontariato, aveva quale obiettivo quello di insinuare nei ragazzi il dubbio, di far vedere in modo più critico e oggettivo le notizie che vengono esposte dai mass media nonché fare "informazione sulla disinformazione".

E, proprio grazie a questo progetto, molti studenti hanno partecipato anche a dei laboratori pomeridiani che si sono svolti presso l'Istituto d'arte "O. Licini" di Ascoli Piceno ed hanno prodotto, con l'aiuto dei professori Lucadei e Polloni, un cortometraggio di circa venti minuti che è stato proiettato in anteprima questa mattina. Nel filmato i ragazzi hanno raccontato le impressioni sulla guerra intervallando le immagini da loro filmate con quelle "vere" dell'operatore Claudio Speranza.

"Spesso i giovani pensano di sapere tutto sulla guerra - ha detto Aloisa Merciai del gruppo ascolano di Emergency - con il nostro progetto abbiamo cercato di far vedere loro che non sempre l'informazione ci riporta nel modo corretto ciò che avviene nel mondo". Ma forse, un'altra informazione è possibile, come ha spiegato anche Cecilia Strada che ha detto "L'11 settembre ci è stato raccontato molto bene. Abbiamo conosciuto i volti di chi lo ha vissuto e la storia delle vittime. Cosa che non avviene quasi mai per le vittime di altre guerre che agli occhi dei mass media risultano meno interessanti".

D'accordo anche l'operatore Claudio Speranze che ha aggiunto "ogni 20 minuti nel mondo muore o rimane mutilato un bambino con le mine - giocattolo e questo avviene in ben 23 paesi del mondo. Speriamo che l'esempio dell'Italia, che ha da diversi anni non produce più mine antiuomo, venga seguito anche da altri paesi".

27/05/2008





        
  



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