Tra i fuochi incrociati dei partners di maggioranza (documento anti-sindaco di Rosini e Baiocchi; documento pro sindaco di Forlì) ed esponenti del centro destra (comunicato anti-Rosini dell'ex assessore Cava ed anti sindaco), si fanno largo le critiche da parte del capogruppo dei Ds, Giovanni Gaspari, e di quello della civica Libera, Mauro Calvaresi.

"Credo -contesta Gaspari- che il Sindaco abbia bisogno di qualche ripetizione di diritto amministrativo. Ad oggi non è stata modificata la L 81/93 che stabilisce l'elezione diretta del primo cittadino e la nomina degli assessori. Le dichiarazioni di Martinelli, a proposito dell'estromissione di Baiocchi e Rosini, fanno venire in mente la favola di Gianni Rodari dove le cose andavano al contrario. Infatti, non è scritto da nessuna parte che il Sindaco possa cacciare i consiglieri: è vero il contrario, lo stabilisce la legge. Il primo cittadino può nominare nuovi assessori e mandare a casa i vecchi. Ci rendiamo conto che Martinelli non possiede né l'esperienza politica né l'autorevolezza per portare fuori dalla crisi l'Amministrazione, generando la paralisi della città. Prenda atto del fallimento della politica del Polo, ampiamente sanzionata dai risultati elettorali nella regione e in Italia".

"Il motivo -afferma Calvaresi- reale di tutta questa manovra è oscuro, e il Sindaco è soggetto passivo nella vicenda: probabilmente è stato forzato da qualcuno. La maggioranza faccia un esame di coscienza e dica che cosa vuole veramente fare, perché per due anni non c'è stata una proposta significativa. Il consigliere è responsabile di fronte alla città, pertanto può essere deprecabile quando invece di fare gli interessi del cittadino fa i propri. Rosini critica il Sindaco per la scelta di qualche assessore, ma la legge glielo consente. Però, il sindaco abbia la sensibilità di indicare collaboratori capaci, guadagnarsi la fiducia e non farsi gestire dagli altri".