Il trionfo di Di Ruscio, la delusione di Buondonno e del centrosinistra
Fermo | Per il sindaco uscente è una vittoria personale, capovolto il risultato delle politiche, a netto appannaggio del centrosinistra
Un successo netto, certo, inequivocabile. Saturnino Di Ruscio si è confermato sindaco di Fermo con un vantaggio solido, intorno al 57% contro il 43% raggiunto dal suo rivale Peppino Buondonno. Una vittoria indiscutibile, raggiunta praticamente in tutte le zone della città, centro, periferia e frazioni, a conferma del giudizio positivo dei fermani sull’operato del primo cittadino nell’ultimo quinquennio. E che la vittoria di Di Ruscio sia prima di tutto un successo personale, ci sono pochi dubbi, perché i numeri lo evidenziano chiaramente. Soprattutto prendendo come margine di paragone il risultato delle politiche del 9 e 10 aprile. Solo 50 giorni fa, il centrosinistra gongolava per un esito responso delle urne tra i più rotondi in tutta la quinta provincia marchigiana, con un 54% abbondante contro il 46% della Cdl. Numeri che avevano portato il sorriso tra gli esponenti dell’Unione, fiduciosi di restituire la guida della città al centrosinistra, come sempre era stato nei decenni precedenti. Ma le amministrative, si sa, fanno storia a sé. Si votano le persone prima dei simboli e spesso le liste civiche cambiano considerevolmente l’equilibrio. Così è stato. I fermani hanno scelto Di Ruscio con convinzione, premiandolo con più di 3.000 voti di distanza rispetto ai suoi alleati. Molto bene nel centrodestra Forza Italia, insieme al Partito repubblicano italiano. Un voto che, in attesa dei risultati definitivi, viaggia intorno al 20%, davvero bene soprattutto se si considera il dato piuttosto povero delle politiche, quando il partito di Berlusconi aveva conquistato un modesto 16%, ben al di sotto della media regionale e nazionale. Una crescita, probabilmente, che dipende anche dalla scelta di segnalare in modo evidente il nome del sindaco Di Ruscio nel logo della lista. Meno bene gli altri partiti del centrodestra: cala un po’ l’Udc, con poco più del 6%, ma soprattutto scende sensibilmente Alleanza Nazionale, che viaggia intorno al 9%. Straordinario invece il risultato delle liste civiche, davvero il motore della coalizione. Bene Fermo Libera, già determinante cinque anni fa, che raggiunge press’a poco l’8%, addirittura eccezionale, e al di sopra di ogni previsione, quello di Con-Fermo Di Ruscio sindaco, che con il 13% delle preferenze si trova secondo partito della coalizione e terzo in assoluto della città.
Dall’altro lato, chiara la delusione per la batosta elettorale. Troppi gli undici punti percentuali persi rispetto al 9 aprile per non interrogarsi sul significato del voto. Un voto che dopo un mese e mezzo capovolge le preferenze dei fermani, di sinistra nella politica nazionale, ma fiduciosi in un sindaco di centrodestra per la propria città. Al 18% i Democratici di sinistra, non un voto straordinario per il partito capofila della coalizione, che ha espresso il candidato sindaco. Poco sopra l’8% invece la Margherita, sopra il 5% Rifondazione comunista, intorno al 4% la lista civica Fermo insieme per Buondonno, e via via gli altri simboli in lista. Male i Verdi Città Territorio, non oltre l’1.80%. In attesa dei numeri definitivi, certo cifre pesanti, che certamente apriranno un capitolo di riflessione all’interno del centrosinistra fermano.
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29/05/2006
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