Scontro in consiglio in materia urbanistica
Montegranaro | S'infuocano i toni in merito a varianti al piano di fabbricazione
di Stefania Ceteroni
Durante la seduta di ieri sera, conclusa attorno all'una di notte, il dibattito consiliare si è particolarmente acceso nel discutere di varianti allo strumento urbanistico con cui si trasformavano zone agricole in zone industriali.
Gran parte dei sette punti all'ordine del giorno riguardavano atti simili: si trattava di industrie che, avendo necessità di ampliare l'opificio esistente, avevano chiesto una concessione edilizia su terreni di destinazione agricola per costruirne uno nuovo.
L'amministrazione per recepire tale richiesta doveva provvedere ad una variante al piano di fabbricazione in modo da trasformare zone agricole in industriali.
Un'operazion, questa, possibile, secondo la legge e secondo atti della provincia di Ascoli Piceno, se c'è interesse pubblico, se si rispettano i requisiti ambientali e, paletto fissato dalla provincia, se lo strumento urbanistico è caratterizzato dalla mancanza di aree urbanizzate destinate ad insediamenti produttivi.
Molte le perplessità, soprattutto circa l'ultimo requisito. Dai banchi di minoranza ci si è chiesti come mai si poteva affermare che nel territorio non ci fossero aree urbanizzate disponibili se, ed è sotto gli occhi di tutti, si stanno realizzando insediamenti produttivi per 126 ettari nel Villaggio del Lavoro, in zona Chienti e mezzina. Inoltre, si era rimasti sbalorditi dal fatto che la provincia avesse autorizzato le varianti in oggetto senza controllare se fosse rispettato il requisito che essa stessa ha fissato.
I toni si sono alzati, l'atmosfera si è riscaldata, si sono toccati tanti argomenti ma le risposte agli interrogativi tardavano a venire.
In chiusura di seduta il presidente del consiglio ha permesso di svelato l'arcano: la provincia avrebbe approvato la proposta di variante alla luce di una dichiarazione con cui la ditta che sta realizzando il Villaggio del Lavoro attesta che non ci sono aree urbanizzate disponibili.
Qui la minoranza non ci ha visto più sostenendo che le ipotesi erano due: o i 126 ettari sono già venduti, allora non si spiegherebbero i messaggi pubblicitari lanciati dall'azienda, oppure si è trattato di una forzatura "...a vantaggio di qualcuno rispetto ad altri".
Una vicenda, questa, che non sembra destinata a chiudersi con la votazione del punto in consiglio.
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31/05/2003
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