Lo scorso sabato 5 maggio al Caffé Letterario è stata inaugurata la mostra pittorica ‘La poetica dell'attesa. Indiscusso maestro della ricerca iconica in Abruzzo nel dopoguerra, Gaetano Pallozzi è nato a Sulmona nel 1925. Già durante la sua formazione artistica avvenuta alla Scuola d'Arte ‘G.Mazara' della sua città natale, il giovane studente manifesta la sua innata tendenza per l'arte, con una grande passione per il disegno prima ed in seguito per la pittura.

Il culto quasi sacrale del disegno mai abbandonerà Pallozzi nella sua lunga e prestigiosa carriera, come dimostrano i suoi dipinti dall'eccellente impianto formale. La piena maturità artistica dell'autore si registra intorno agli anni '70, dopo un'interessante fase iniziale di ricerca caratterizzata da un cromatismo assai robusto con cui affronta già le tematiche paesaggistiche e soprattutto sociali con un forte impegno etico. Il ventennio 1970-1990, quello maggiormente rappresentativo dell'artista anche per gli unanimi consensi della critica più autorevole, è caratterizzato da una cifra stilistica del tutto singolare; infatti le tematiche desunte dalla vita quotidiana con scene ambientate per lo più in territori di provincia, sono esposte sulla tela con un cromatismo vagamente dolente in grado di significare il sentimento di solitudine e di esistenziale tormento dei personaggi. Nel 1958 tiene la sua prima importante mostra personale alla galleria ‘San Carlo' di Napoli, riportando un notevole successo di pubblico e di critica.

L'approdo alla pittura della realtà che caratterizza la sua produzione pittorica agli inizi degli anni '70 è avvenuto attraverso pazienti ed appassionati ricerche ed esperienze con l'occhio all'esistenza, alla vita quotidiana, all'ambiente naturale e sociale. Ad un periodo post impressionista segue un periodo espressionista, con influenze informali, nel quale l'amato quotidiano è visto con furia e con ansia di rivolta. Con circa 400 presenze in mostre nazionali ed internazionali tra cui ben 4 Quadriennali Nazionali d'Arte di Roma e con una nutrita serie di personali, il Maestro Pallozzi non solo impone la sua personalità artistica, ma diviene protagonista di primo piano del realismo, indagando al di là della cronaca, evidenziando i momenti di costume, di psicologia della persona e del comportamento. Alle sue attività di pittore, Pallozzi unisce quella di operatore culturale, tra i più professionali di tutto l'Abruzzo.

In qualità di Segretario Generale, da anni egli è l'anima della Rassegna Internazionale d'Arte Contemporanea ‘Premio Sulmona'. Per quel che riguarda la ricerca artistica di Pallozzi, tutti i massimi studiosi italiani del dopoguerra si sono interessati di lui con testi monografici ed inserimenti in pubblicazioni scientifiche. Delle sue opere ha scritto anche il noto critico d'arte Vittorio Sgarbi definendole "documentario della condizione sociale, e quindi pittura sociale. La sua pittura mostra un'inclinazione verso il documento, verso la testimonianza della società com'è". Come poi ammette anche lo stesso Maestro Pallozzi: "Gli uomini vivono questa vita, io la vedo, e questa vita voglio registrare". Un grande artista che della vita quotidiana ha sapientemente ornato le sue tele.

La mostra, allestita dal Comune di Fermo, Assessorato alla Cultura, resterà aperta dal 5 al 25 maggio tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle ore 16.30 alle 20.