Discriminazioni, abusi, e un clima aziendale interno sempre più teso allo stabilimento della Plalam di Campolungo (che produce laminati). Il Sincobas provinciale di Ascoli, denuncia fatti molto gravi che stanno accadendo nella fabbrica negli ultimi mesi. Il più serio vede come vittima un operaio , iscritto all’UGL, che ha subito mobbing ripetuto da parte della direzione aziendale, e nello stesso tempo, paradossalmente è stato rifiutato dal gruppo di lavoratori che operavano nel reparto dove era stato ricollocato.

“ Questa persona – dicono fonti sindacali interne alla Plalam – nel passato si era opposta ad un accordo che prevedeva che nel settore elettrozincatura si potesse lavorare per turni massacranti di 12 ore per volta, per tre giorni consecutivi, in cambio di riposi più lunghi e soprattutto alcuni benefici economici.

Per tale motivo è stato poi osteggiato dall’azienda, ed ha subito atti di mobbing, intolleranza e intimidazioni varie che nessun sindacato può accettare. Ora – continuano le fonti della Plalam – dopo esser stato assegnato contro la sua volontà, al reparto incriminato, ha dovuto subire anche l’affronto di una lettera firmata e pubblicata in bacheca dagli stessi 12 operai che in precedenza avevano accettato l’accordo, dove è scritto che la sua presenza era sgradita.

Tutto ciò è veramente grave e incomprensibile, e accade in uno stabilimento dove già il discrimine e il trattamento arbitrario nei confronti dei lavoratori, è purtoppo una realtà.

Perché infatti a qualcuno vengono riconosciute in busta paga eccedenze di premio di risultato per un controvalore di un centesimo di euro (1 !), mentre ad altri di 100-200 euro ?

Perché vengono accettati da parte di organizzazioni e lavoratori turni di lavoro così massacranti ?

Perché la direzione continua a favorire questo clima di divisione, di scontro e non certo di collaborazione fra gli addetti, che invece sarebbe utile per ottenere migliori risultati complessivi ?

Noi chiediamo che su tutte queste problematiche venga fatta chiarezza.”

Il Sincobas provinciale di Ascoli e alcuni lavoratori Plalam