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Incontro con Remo Croci e la sua città

San Benedetto del Tronto | Il noto giornalista di Canale 5 esprime alcune riflessioni su avvenimenti e prospettive della sua città natale.

di Carmine Rozzi

Remo Croci

Remo Croci, giornalista di Canale 5, è un sanbenedettese che non ha mai permesso alla professione di estraniarlo dalla città e dal suo tempo. Vive gli eventi della Riviera con attenzione e partecipazione. A volte da semplice osservatore e spesso da protagonista.

Come la vedi al giorno d'oggi questa città, la tua città?
Un centro urbano con grandi potenzialità. Alcune sono rimaste inespresse per mancanza di capacità e perché spesso in preda ad una mentalità troppo miope.

Qualche esempio?
Presto fatto. Prendiamo il caso del Palacongressi oggi "svenduto" a dei privati con una destinazione lontana anni luce dal progetto iniziale. Ciò non significa voler precludere ai privati il diritto di avviare attività, anzi sono benvenuti, ma allo stesso tempo bisogna preservare ad ogni costo la funzionalità di luoghi preposti alla collettività intesa come sviluppo della città.

Se errore c'è stato, qual è secondo te?
La sua entrata in funzione prevedeva una gestione che poi non è mai riuscita a farla decollare. Non si è avuto la capacità di trovare soggetti in grado di gestire adeguatamente una struttura del genere ricorrendo, per esempio, a professionalità esterne con esperienza nel settore. La nuova proprietà, in quanto privata, cercherà innanzitutto di realizzare i propri interessi. La cosa che mi dispiace è che da noi soltanto alcuni sembrano usufruire di certi vantaggi anziché allargarli ad altri.

Abusivismo edilizio in spiaggia, si poteva gestire meglio il problema?
Innanzitutto mi chiedo: è possibile che questa città non si sia ancora dotata di un piano di spiaggia che guardi al futuro inteso come programmazione a lungo termine invece di prendersela con certi chalet invece che altri e via dicendo?" E' chiaro che, in mancanza di una normativa precisa e completa a regolarizzare l'attività, si rischia l'iniziativa selvaggia seppur sempre tesa all'obbiettivo comune che è quello di offrire più comfort e servizi ai nostri turisti.

Più che un cambio di indirizzo forse occorre un'altra mentalità?
Spesso ci ritroviamo a crogiolarci nel passato quando negli anni sessanta erravamo tra le città pilota dell'Adriatico ed oggi rischiamo di diventare il fanalino di coda. Le parole d'ordine per i nostri politici dovrebbero essere: incentivare ed allargare tralasciando certi atteggiamenti di provincialismo esasperati come le polemiche sorte di recente sui parcheggi a pagamento.
Perciò : largo ai giovani ed alle idee che hanno.

La tragedia del Rita Evelyn l'hai raccontata da cronista televisivo. A distanza di mesi non c'è una ricostruzione chiara dell'accaduto.....
Questo perché la situazione fu gestita malissimo. Innanzitutto è incredibile che in una città di mare importante come la nostra non esista un'unità adeguata di intervento per situazioni del genere. Per il Rodi, se ricordo bene, arrivarono dalla Sicilia, per quest'ultimo da una posizione al largo dell'Adriatico. Si doveva intervenire immediatamente recuperando lo scafo ad ogni costo così da adempiere a due necessità: fare piena luce sulle dinamiche dell'accaduto ancora oggi oscure e assegnare lo scafo alla memoria storica delle tragedie cittadine.

Croci e la Samb. Connubio inscindibile.....
Per me ha rappresentato e rappresenta da sempre una questione di appartenenza. Oggi molti rivendicano di aver fatto il bene della squadra ma, a distanza di neanche due anni, nessuno spende una parola per l'opera svolta da alcuni amici come Chimenti, Beni ed altri che insieme al sottoscritto con una collaborazione volontaria ed assolutamente disinteressata hanno dato la possibilità all'attuale gestione di non ricominciare da zero partendo dai campionati di eccellenza.

11/06/2007





        
  



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