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L'on. Scaltritti per la pesca sambenedettese.

San Benedetto del Tronto | I problemi di questo settore di attività, la normativa e il lavoro degli operatori al centro di alcuni interventi parlamentari.

Dalla segreteria dell'onorevole Gianluigi Scaltritti, riceviamo e pubblichiamo.

Salvaguardare ed incrementare l'occupazione; fare in modo che tutte le attività vengano svolte sempre nel rispetto dell'ambiente: questo l'impegno del quale si è fatto carico, nei confronti del settore della pesca marittima, l'On. Gianluigi Scaltritti, insieme a quello di riuscire a garantire una maggiore chiarezza nella definizione dei ruoli e delle responsabilità a livello normativo. Il settore è regolato da un quadro normativo caratterizzato da un lento ma irreversibile processo di potenziamento delle autonomie locali con trasferimento di poteri, funzioni e risorse dallo Stato alle Regioni, un processo avviato già negli anni '90, come testimonia  il decreto legislativo n.143 del 1997.  A questo è sopravvenuta una lunga ed inutile attesa di provvedimenti che ripartissero i compiti fra Stato e Regioni.

Nel caso della piccola pesca costiera a strascico, ad esempio, il settore, per il suo carattere familiare e artigianale, è influenzato da forti debolezze strutturali, come la mancanza di formazione professionale, la difficoltà nel creare strutture di rappresentanza, la difficoltà nella riconversione verso altri settori. Tra l'altro, la piccola pesca si muove in un contesto ambientale fragile dal punto di vista biologico, sociale ed economico. A questo proposito l'On. Gianluigi Scaltritti ha presentato al Ministro delle Politiche Agricole un'interrogazione con lo scopo di  alleggerire la fascia costiera da un'eccessiva pressione di pesca e al tempo stesso di offrire, a chi è impiegato nel settore, la possibilità di scegliere altre attività o addirittura di smettere.

Una maggiore regolamentazione a livello normativo sarebbe sicuramente necessaria anche in materia di sicurezza e salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi mercantili e da pesca nazionali. Il decreto n. 271 del 27 luglio 1999 si applica infatti ai "lavoratori marittimi imbarcati a bordo di tutte le navi da pesca" (art.2) ove per lavoratore marittimo si intende "qualsiasi persona facente parte dell'equipaggio che svolge, a qualsiasi titolo, servizio o attività lavorativa a bordo di una nave da pesca". Sembrerebbe dunque che il decreto sia applicabile a tutte le unità da pesca comprese quelle con un membro di equipaggio.

E' evidente che tale normativa sulle piccole imbarcazioni è eccessivamente burocratizzata ed inapplicabile. Considerato che  il problema della sicurezza e della salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi è un problema importante, l'On. Scaltritti ha ritenuto opportuno presentare un'interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per sapere se non sia il caso di provvedere all'emanazione dei regolamenti di attuazione, per non rendere difficoltosa l'applicazione delle norme a livello locale e per chi opera nel settore.

13/06/2003





        
  



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