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L'olio extravergine d'oliva marchigiano ottiene la 'Dop'

| MACERATA - La Denominazione d'origine protetta premia gli sforzi del Consorzio "Marche Extravergine" e dei tanti produttori che hanno da anni puntato sulla qualità.

Dopo i tanti riconoscimenti ottenuti nei vari concorsi, l’olivicoltura maceratese si prepara a festeggiare la “Dop”, cioè la Denominazione di origine protetta per l’olio d’oliva “Extravergine Marche”.

Nella Gazzetta Ufficiale del 1° giugno scorso, grazie al parere favorevole espresso dal Ministero delle politiche agricole e forestali, è stata pubblicata infatti la proposta di riconoscimento con il relativo disciplinare di produzione, che era stata avanzata dal Consorzio regionale “Marche Extravergine”.

Dunque, l’olio “Marche Dop” diventa una realtà. Le sue caratteristiche principali sono il colore giallo-verde, l’odore e sapore di fruttato, nonché la derivazione da precise varietà di olivo presenti nelle aziende del territorio: Frantoio e biotipi ad esso riconducibili per non meno del 40% sino a un massimo del 60%; Coroncina, Mignola, Piantone di Mogliano e Leccino (fino a un massimo del 40%); sono poi ammesse anche altre varietà fino a un massimo del 20%.

Relativamente alle zone di produzione, la Gazzetta Ufficiale delimita minuziosamente il territorio e per la provincia di Macerata indica – quali aree idonee – quelle ricadenti nei Comuni di Apiro, Appignano, Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Cessapalombo, Cingoli, Corridonia, Loro Piceno, Macerata, Mogliano, Montecassiano, Montefano, Petriolo, Poggio San Vicino, Pollenza, Ripe San Ginesio, San Ginesio, San Severino Marche, Sant’Angelo in Pontano, Serrapetrona, Tolentino, Treia, Urbisaglia; in parte dei territori comunali di Civitanova Marche, Gualdo, Montelupone, Monte San Giusto, Monte San Martino, Montecosaro, Morrovalle, Penna San Giovanni, Porto Recanati, Potenza Picena e Recanati.

Il disciplinare determina poi i sistemi di coltivazione, le modalità di oleificazione e conservazione, fino a specificare tutte le operazioni per il confezionamento e l’etichettatura del prodotto da commercializzare.

“L’etichetta – si legge in Gazzetta – deve riportare la dicitura ‘Olio Extra Vergine di oliva “Marche” Dop’, con caratteri chiari e indelebili (...). Il logo rappresenta una macina in pietra di colore nero, la dicitura Marche pure è di colore nero, mentre la scritta ‘Extra Vergine’ è di colore verde. Il tutto racchiuso in uno sfondo beige. La cornice è di colore verde e la dicitura D.O.P. in caratteri maiuscoli è di colore beige”. I produttori avranno l’obbligo di indicare nell’etichetta l’annata di produzione delle olive da cui l’olio è stato ottenuto e il termine entro il quale è consigliato il consumo.

La soddisfazione per il riconoscimento della Dop all'olio extravergine d'oliva marchigiano è stata espressa dal presidente del Consorzio "Marche extravergine", Rossi, che ha coordinato l'azione svolta dal comitato promotore, di cui fanno parte anche associazioni di produttori maceratesi Apol Coop e Aprol. Rossi ha sottolineato come la Dop marchigiana sia anche la più estesa territorialmente tra le Dop di cui si pregia l'olio italiano.

Anche per l'assessore all'agricoltura della Provincia di Macerata, Silvano Ramadori, il riconoscimento della Dop appaga gli sforzi degli olivicoltori maceratesi che - specie negli ultimi anni - hanno fatto molto per migliorare la qualità, riconosciuta non solo in molti qualificati concorsi regionali e nazionali, ma anche dal mercato.

15/06/2004





        
  



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