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"Le stimmate di San Francesco"

Ascoli Piceno | Presentato il restauro dell’opera di Tiziano presso la Sala della Vittoria della Pinacoteca di Ascoli

di Stefania Mistichelli

La dottoressa Benedetta Montevecchi, della soprintendenza al patrimonio storico-artistico, il prof. Stefano Papetti, direttore della Pinacoteca e Angelo Pavoni, restauratore dell’opera insieme a Rosella Marini, hanno presentato oggi presso la Sala della Vittoria il restauro del dipinto “Le stimmate di San Francesco”.

L’opera, commissionata dal Monsignor Desiderio Guidoni ed esposta sull’altare di famiglia nella chiesa di San Francesco, appartiene al periodo dell’anzianità di Tiziano; lo si evince, spiega il prof. Papetti, dalla disomogeneità della stesura pittorica.

Una definizione di paesaggio che si potrebbe definire, ante litteram, impressionista, convive accanto ad un’ottica della pittura sacra propria del periodo della Controriforma: Tiziano ci rende partecipi, dall’esterno, della visione del committente Guidoni.

Il restauro, come ha continuato a esporre il prof. Papetti, ha portato alla luce molti brani pittorici: uno tra questi è la figura di Gesù che, durante la visione di Francesco, non è in croce come vorrebbe l’iconografia tradizionale, ma è in piedi, come una presenza fisica reale, presentato come un Cristo risorto e non morente.

Tiziano rappresenta l’evento in una veste completamente nuova, mostrandosi non un semplice esecutore dell’iconografia tradizionale, ma leggendola in modo autonomo.

L’intervento di restauro non si presenta, quindi, come un punto d’arrivo per il dipinto, ma come un punto di partenza per il suo inquadramento. “L’opera, esposta alla rassegna di Mantova Le ceneri violette di Giorgine, visitata da centotrentamila persone, rappresenta un volano per la città di Ascoli, città che lo ospita”.

Prima dell’intervento del prof. Pavoni, un piacevole intermezzo musicale, ad opera di Corradetti al flauto e Fabiani al violino, ha spezzato il ritmo della conferenza. I due musicisti hanno eseguito “Quattro invenzioni a due voci” di Bach e la “Sonata in re minore” di Locatelli.

Quindi il dottor Pavoni ha esposto nel dettaglio tutto il procedimento del restauro, spiegando che, se “i restauri precedenti hanno in sostanza salvato l’opera” che altrimenti sarebbe andata perduta, durante uno di questi è stata data alla tela una sostanza bituminosa che, con il tempo, ha bruciato i colori e parte della tela, rendendo il recupero attuale molto faticoso.

In ogni caso a restauro completato l’opera ora si presenta in tutta la sua bellezza e grandiosità, mostrando un Tiziano ormai vecchio e che ha combattuto con la paura della morte, nell’ottica di una visione materialistica opposta a quella leonardesca, secondo cui la morte era una giusta dipartita dopo una vita vissuta.

Il restauro è stato finanziato dalla società Tekne di Milano e fa parte in un ampio progetto di valorizzazione dei dipinti della Pinacoteca promosso dalla Provincia e dal Comune di Ascoli.

15/06/2005





        
  



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