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Pignotti: "Il mio ciclo è finito, la società è a disposizione di chi voglia aprirne un altro".

Grottammare | Il presidente del Grottammare si dimette rimettendo la squadra nelle mani della città: "Se entro il 26 Giugno nessuno si fa avanti, mi considero libero di fare delle scelte che possono anche essere drastiche".

di Stefano Di Benedetto

Amedeo Pignotti, dopo sei anni di presidenza coincisi con ben quattro promozioni, si dimette. Lo ha comunicato nel tardo pomeriggio di ieri nel corso di una conferenza stampa, l'ultima da presidente del Grottammare: "Nel calcio esistono dei cicli: penso che il mio, qui a Grottammare, sia finito. È giunta l'ora di lasciare e di mettere la società a disposizione della cittadina ed, in particolare, di coloro che hanno l'intenzione e l'entusiasmo di guidarla".

Dunque, dopo un mese e mezzo di silenzio ("arco di tempo in cui è maturata la decisione"), Pignotti è tornato a parlare. Lo ha fatto annunciando, come un fulmine a ciel sereno, la voglia di abbandonare e con essa le motivazioni che lo hanno portato a prendere tale sofferta decisione. "In questi sei anni in cui sono stato alla guida della società - dice Pignotti - non c'è stato nessun tipo di appoggio da parte del tessuto socio-economico del paese. Non mi riferisco solo all'aspetto economico ma soprattutto a quello partecipativo: abbiamo sempre tirato la carretta noi senza l'aiuto di nessuno. Soprattutto, pensavo che il raggiungimento di un traguardo importante come la serie D sarebbe bastato a creare entusiasmo intorno a questa società, ed invece… In questi caso le cose sono due: o io ho sbagliato qualcosa o il progetto che abbiamo portato avanti è troppo grande per Grottammare".

Pignotti conclude rimettendo la squadra nelle mani della cittadina e dando un ultimatum: "Se entro il 26 Giugno nessuno si fa avanti, mi considero libero di fare delle scelte che possono anche essere drastiche. Vendita del titolo? È una delle ipotesi, ma credetemi non voglio arrivare fino a questo punto. Mi aspetto una risposta positiva da parte della cittadina ed, in particolare, da coloro che sarebbero in grado di continuare il mio lavoro". Inizia così la settimana più lunga e più difficile della storia del Grottammare.

19/06/2004





        
  



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