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La cerimonia per il 2 giugno a San Benedetto

San Benedetto del Tronto | Discorsi in Comune, deposizione di corone presso i monumenti ai caduti. Per tutta la giornata si possono visitare le unità navali al porto

di Giovanni Desideri

La celebrazione del 58° anniversario dal referendum che istituì la Repubblica ha visto a San Benedetto pacate riflessioni accanto ad alcuni spunti polemici, nei discorsi delle autorità intervenute in Comune (la cerimonia è iniziata alle 10). La mattinata è stata conclusa in viale Secondo Moretti con la tradizionale deposizione di corone di alloro presso i monumenti ai caduti. Per tutta la giornata odierna si possono visitare le unità navali di Carabinieri, Guardia Costiera e Guardia di Finanza, oltre che i principali monumenti cittadini, come la Torre dei Gualtieri, Casa Bice Piacentini, la palazzina Azzurra.
 
Alle spalle del sindaco Martinelli, dell’onorevole Scaltritti, del presidente della Provincia di Ascoli Piceno Colonnella e del vicepresidente del consiglio regionale Donati c’erano nell’aula consiliare i gonfaloni “ospiti” della Provincia e dei Comuni di Grottammare e di Ripatransone (rappresentanti rispettivamente dal sindaco Merli e dal vicesindaco De Renzis). Presente anche il vicesindaco di Acquaviva Picena Compagnoni, oltre ai rappresentanti delle autorità militari e combattentistiche.
 
Martinelli ha parlato del 2 giugno come di un compleanno, di “una data di nascita come cittadini di una comunità nuova” e della riscoperta del valore della Patria da qualche anno “grazie alla meritoria azione del nostro presidente Ciampi”. Processo non semplice secondo Martinelli: “chi ha seguito Mussolini nella sua ultima odiosa avventura, non ha saputo distaccarsi dal tragico equivoco di identificare la Patria con il fascismo ed il regime fascista”. Infine un riferimento allo spirito di concordia dei padri costituenti e ad una frase dell’ex presidente Saragat, per sottolineare la centralità dell’uomo nella democrazia.
 
Intervento con polemiche da parte di Scaltritti: “le dimostrazioni di piazza e le polemiche politiche fanno solo capire che c’è chi antepone il proprio interesse ideologico o di partito a quello della Nazione, lasciando che il terrorismo internazionale condizioni la politica interna dei Paesi Europei e dell’Italia. Le nostre Forze Armate operano in molte parti del mondo per portare la pace e la democrazia”. Per Scaltritti la festa del 2 giugno (istituita nel 1948) è stata “ripristinata da Ciampi nel 2001, mettendo fine alla demagogia e all’incertezza degli anni ’70 e ’80”. Scaltritti ha accennato ai “valori istituzionali del nostro popolo”, per i quali “abbiamo lottato nel Risorgimento, nella prima metà del novecento, ma soprattutto contro la strategia della tensione, impedendo alle Brigate Rosse di dilaniare e dividere l’Itala e così dobbiamo fare oggi contro il fanatismo fondamentalista”.
 
Elogi all’iniziativa del presidente Ciampi anche da parte di Sandro Donati, mentre Pietro Colonnella ha tracciato una linea di continuità dal Risorgimento alla Resistenza alla Costituzione (“una delle più avanzate al mondo”). Colonnella ha ricordato che il 2 giugno 1946 votarono per la prima volta anche le donne, a suffragio universale. Discorso portato poi sull’Europa e sul tema della pace (“l’Italia faccia sentire di più la sua voce in Europa. L’Europa e l’Onu nel mondo, per la pace”), con l’auspicio finale della ripresa di “uno stile politico di condivisione e di concertazione”.
 
Interventi conclusivi da parte di Guido Giglio in rappresentanza dell’Assoarma e di Elio Tremaroli per l’ANPI, improntati ad alcuni riferimenti autobiografici. Giglio ha ricordato la propria carica di sottotenente durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, “come un altro sottotenente che ha avuto accesso alla carica più prestigiosa: Carlo Azeglio Ciampi, uno dei presidenti della Repubblica più amati”.
 
Tremaroli ha detto che “durante la celebrazione del 2 giugno non poteva mancare la voce di un partigiano combattente per la libertà e la democrazia. I nostri avversari dicono che l’otto settembre fu la “morte della patria”. Non è vero. Non ricevemmo alcuna cartolina di precetto, ci fu invece un movimento corale di popolo. I signori portati al revisionismo dovrebbero rileggere i libri di storia, scritti con il sangue di chi ha combattuto per la liberazione”. Tremaroli ha infine chiesto al sindaco di organizzare una conferenza sui temi della Resistenza.

02/06/2004





        
  



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