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Per non dimenticare l'Europa

San Benedetto del Tronto | Unione Europea non significa "impero di cartapesta", ma è la naturale prosecuzione della nostra storia, dei moti risorgimentali che hanno portato all'unificazione dell'Italia.

di Gaia Taffoni

(Foto d'archivio)

Nel dopoguerra, con la divisione del mondo in due emisferi rivali, USA E URSS, l'Europa fu condannata per la sua posizione centrale a divenire la terra di nessuno tra i due eserciti che si fronteggiavano in una guerra che venne chiamata "fredda".
I due potenti avversari si opponevano, infatti, in modo sterile, senza reali battaglie, limitandosi ad invigorire i rispettivi armamenti con sempre più potenti strumenti di distruzione.

L'Europa, rispecchiando in se stessa la più vasta crisi del mondo, fu divisa in due gruppi di Stati ugualmente opposti ed instabili. L'unico vero sistema per liberare l'Europa dal giogo della Guerra Fredda, che aveva subito involontariamente, era quello di creare una "Unità Europea, costituita dal didentro, per volontà dei popoli", come affermava Calamandrei nel suo "Appello all'unità Europea".

I grandi uomini politici che si sono susseguiti dal dopoguerra ad oggi hanno sempre sentito questo bisogno di unità. Sempre Calamandrei scriveva nel 1950 che "l'Europa dimostrerà di non esser finita solo se riuscirà ad avere fiducia nella sua unità", facendo riferimento al bisogno di svegliarsi dall'azione anestetizzante della politica tra USA E URSS.

Nel 2000, dopo nove anni dal trattato di Maastricht che sanciva la nascita della comunità dell'Unione Europea, il presidente della Repubblica Ciampi ribadiva il concetto di Unità Europea dicendo "L'unificazione dell'Europa non richiede la cancellazione delle nostre amate patrie; anzi ne protegge l'identità e l'autonomia".

Anche il presidente Napolitano ha sottolineato l'importanza dell'unificazione per far fronte ai sempre più aggressivi mercati orientali guidati da politiche altrettanto aggressive ma unite.

Jean Monnet diceva " Non possiamo fermarci quando attorno a noi il mondo è in movimento", era il 1976 ma a distanza di trent'anni queste parole risuonano attualissime. L'unione fa la forza e l'Unità Europea fa la forza di tutti gli stati che la compongono. E' quindi importante mantenere l'Europa unita e altrettanto importante è che i vari stati che la compongono vivano serenamente tra loro, rispettando le diversità altrui e senza annullarsi in un'unità storica e di pensiero (come accadde all'inizio del XIX secolo con l'esperienza comunista).

E' vero, infatti, che ogni nazione è il frutto di millenni di lotte, di cambiamenti che hanno contribuito a creare l'identità nazionale. E' bene dunque che ogni stato mantenga la propria identità ma, partendo da essa, contribuisca a crearne una nuova, più giovane e di più ampio respiro: l'identità europea. In questo modo si risponde agli scettici, a coloro che vedono l'Europa Unita solo come un intralcio all'economia nazionale e alla cultura della propria nazione. Unione Europea non significa "impero di cartapesta", ma è la naturale prosecuzione della nostra storia, dei moti risorgimentali che hanno portato all'unificazione dell'Italia.

23/06/2009





        
  



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