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Fermo biologico 2005: verso un periodo autogestito

San Benedetto del Tronto | Ma dal tavolo presso il ministero delle politiche agricole ancora una “fumata nera”

il porto di San Benedetto

Si è tenuto giovedì 23 giugno presso il ministero delle politiche agricole e forestali un incontro cui hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria della pesca, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori marittimi e della ricerca applicata alla pesca, nel corso della quale sono emerse indicazioni utili per il calendario delle interruzioni tecniche delle attività di pesca con i sistemi a strascico e volante, meglio note come “fermo biologico”.
 
Seppure con diversità di vedute circa le modalità con cui deve organizzarsi il periodo di interruzione (a questo proposito Federpesca si annovera tra quelli che ritengono debba passarsi ad un sistema maggiormente flessibile rispetto al fermo continuativo generalizzato sinora applicato, consentendo libertà di scelta per impresa in merito all’organizzazione del proprio lavoro) l’interruzione delle attività per il 2005 sembra orientarsi verso un sistema autogestito per marineria, rimettendo alla volontà degli armatori interessati decidere se, nell’arco del periodo compreso tra metà luglio e metà ottobre programmare una sosta di 30 giorni consecutivi ovvero spalmare tali giornate in maniera diversa.
 
Accanto al suddetto impianto di massima, sicuramente suggestivo per il carattere di novità ma che permane comunque una ipotesi di lavoro necessariamente suscettibile di ampi margini di miglioramento, si stanno vagliando altre disposizioni di contorno riguardanti la fissazione di una fascia di interdizione delle attività di pesca ampliata a 4 miglia ovvero alla batimetrica dei 60 metri (con l’eccezione dei compartimenti di confine, Trieste e Monfalcone), la possibilità di un fermo facoltativo remunerato di trenta giorni per gli attrezzi da posta, la possibilità di sospensione delle attività di pesca sino fine anno nelle 11 zone di tutela biologica esistenti, un sistema di controllo delle effettive giornate di sosta basato sulla puntuale consegna dei documenti di bordo e successiva apposita certificazione delle Capitanerie, cui consegue il mancato indennizzo e l’ulteriore blocco delle attività per coloro i quali non abbiano osservato almeno i previsti 30 giorni di interruzione nel periodo considerato.
 
Sul tavolo è stato pure ipotizzato di applicare il meccanismo delle interruzioni anche per le marinerie del Tirreno, sebbene le esigue dotazioni finanziarie disponibili tendono a rendere scarsamente praticabile tale soluzione, che Federpesca ha comunque ribadito non essere gradita per l’armamento.
 
A questo punto, come premesso all’inizio della riunione, per Federpesca è necessario un passaggio con i propri organi statutari, affinché la propria base associativa possa esprimersi in merito alle ipotesi formulate, fornendo le indispensabili indicazioni per i successivi incontri ministeriali, che dovrebbero susseguirsi a breve scadenza, atteso l’imminenza dell’inizio del periodo di fermo, e nel corso dei quali dovrà definirsi il provvedimento.

25/06/2005





        
  



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