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Nuove proposte trattate al consiglio comunale: in particolare il riassetto urbanistico-ambientale

Fermo | In merito al Consiglio Comunale di ieri, un plauso va fatto al consigliere Silvio Dionea che ha chiesto l’anticipo del punto inerente la proposta di riassetto Urbanistico-Ambientale del territorio comunale.

Municipio di fermo

Il punto rappresentava non solo l'ordine del giorno più importante della serata, ma anche l'elemento più significativo per il futuro della città di Fermo e per tutta la nuova provincia.

In particolare il Sindaco Saturnino Di Ruscio ha fatto rilevare che la necessità di una nuova variante generale non deriva solo dal fatto che la precedente versione, predisposta dalla Giunta Fedeli, è stata sommersa da oltre mille osservazioni che hanno comportato una parziale modifica degli obiettivi strategici assunti dal progetto originario e, seppure il nuovo strumento può ritenersi ‘accettabile' sotto il profilo dell'opportunità per il governo del territorio, esso, già in fase di prima applicazione, ha evidenziato una serie di problematiche sia gestionali che interpretative della norma, per le quali si sono dovute avviare alcune varianti parziali correttive, al fine di non vanificare, nei suoi contenuti essenziali, l'attuazione delle previsione insediative.

Un'inadeguatezza che è confermata, contrariamente alle accuse ingiuste mosse dall'opposizione, da varianti necessarie per creare nuovi spazi per parcheggi, piazze, centri sociali come nel caso dell'Area Progetto 39 a Lido di Fermo, o per la riqualificazione di zone degradate come nel caso della variante riferita al risanamento ambientale con l'interramento di un elettrodotto ad alta tensione in località Capodarco, approvate in via definitiva nel Consiglio Comunale di ieri sera. Ci sono poi altre difficoltà oggettive per l'attuazione delle oltre 70 aree progetto che ognuna comporta varianti specifiche migliorative.

L'elemento più rilevante è però rappresentato dall'istituzione, nel maggio 2004, della nuova provincia di Fermo che ha comportato, per l'Amministrazione comunale, oggettive difficoltà nel dare risposta alle nuove necessità, basta fare riferimento all'ubicazione degli uffici statali decentrati.

In virtù della provincia, la città di Fermo necessita di un nuovo Piano Regolatore, non tanto per realizzare nuove edificazioni, ma per garantire quelle infrastrutture necessarie a Fermo e alla Provincia. A questo si aggiunge ad esempio la necessità di affrontare la riconversione delle aree produttive dismesse (Sadam, Sacomar, ecc).
Un'Amministrazione consapevole e munita di senso del dovere non può non tener conto di questa responsabilità e deve dare al territorio risposte concrete. In questo contesto l'opposizione non può esimersi da svolgere il proprio ruolo che non deve essere un ‘no' incondizionato sempre e comunque.

Questi ultimi hanno giustificato il proprio voto negativo per motivi temporali ( all'amministrazione resta un anno di tempo prima della scadenza del mandato) e per le presunte difficoltà della maggioranza. Opposizione che ha anche puntato il dito sulla genericità del documento.

A questi il Sindaco ha risposto in modo chiaro e trasparente.
Una maggioranza che, seppur tra le oggettive difficoltà, ha dato alla città e al territorio risposte e interventi quanto mai concreti da un punto di vista amministrativo. Una maggioranza che in 9 anni è stata ( direttamente e non) determinante per la nuova Provincia di Fermo, per la nascita della Camera di Commercio, e che ha consentito, insieme al lavoro svolto dal Commissario di governo per l'attuazione della Provincia, l'avvio delle procedure per la realizzazione degli uffici decentrati dello Stato ( Prefettura, caserme provinciali di Carabinieri, Vigili del Fuoco, Forestale, Finanza, Commissariato).

Una maggioranza che ha rivoluzione la viabilità per l'accesso al comune capoluogo. Basta pensare a come sarebbe oggi la situazione se tutto fosse rimasto fermo al 2001. Una città che è diventata nel corso di questi anni un punto di riferimento regionale per quel che riguarda lo sport, la cultura, il turismo, che ha creato un polo universitario d'eccellenza e che, non per ultima cosa, ha riqualificato quartieri strageci come Lido Tre Archi e tutto il litorale costiero. Un cambiamento notevole che viene puntualmente notato da tutti coloro che tornano a Fermo dopo anni di assenza.

Per quel che riguarda la genericità del documento il Sindaco Di Ruscio ha fatto presente che si tratta della fase di avvio di tutto il processo di riassetto urbanistico del territorio e un atto d'indirizzo di carattere metodologico e che da il semplice avvio alle fasi propedeutiche alla redazione del Piano Regolatore Generale.

Il Sindaco Di Ruscio usato una similitudine: "E' come con la sanità - ha spiegato - un buon medico prima fa le analisi e tutti gli esami clinici necessari, poi effettua la diagnosi e alla fine di tutto questo processo predispone la migliore terapia. Con questo atto è nostra intenzione dare il via alle fasi di analisi della città e del Piano Regolatore attuale.In questo contesto, con l'assestamento di bilancio, abbiamo messo a disposizione risorse necessarie per effettuare un rilevamento aereo fotogrammatico e le analisi di rito. Solo alla fine di questo percorso ci sarà la redazione di un preliminare da condividere con il Consiglio Comunale. A quel punto partiranno le varie consultazioni sempre inerenti al prg preliminare".


"La Giunta Fedeli - prosegue il Sindaco - impiegò quasi 7 anni per portare in consiglio la bozza del Prg e credo che la città non possa aspettare un altro anno ed una nuova amministrazione per poter dare il via alle procedure per la redazione del nuovo piano regolatore. Se c'è una responsabilità da addebitare a parte della maggioranza va dato a chi ha fatto perdere senza alcun motivo concreto, un anno e mezzo di tempo per un atto che era pronto già dal 2 marzo 2009".

Infine il Sindaco ha portato l'attenzione sul futuro delle politiche abitative: "La città, oggi come non mai - ha spiegato il Sindaco - ha assunto un ruolo centrale nella vita dell'individuo. La città auspicabile deve essere in grado di valorizzare, e non mortificare, le culture, gli stili di vita e le diverse identità. Occorre quindi una rivoluzione culturale: dal diritto alla casa al diritto all'abitare.

Si tratta della possibilità di avere a prezzi ragionevoli la disponibilità di una abitazione dignitosa e, assieme a questo, di vivere in un contesto urbano adeguato, con standard urbanistici, verde attrezzato, servizi e un sistema di rapporti pubblici efficiente.

Serve una politica sociale della casa. Questo vuol dire intervenire in maniera strutturale, rifiutando un approccio emergenziale, sul tema dell'abitare. Sono possibili almeno tre direzioni di marcia strategiche. La prima è aumentare l'offerta di alloggi a canone sociale, la seconda è intervenire per porre dei limiti al mercato libero e infine l'uso differente della leva fiscale ai fini di favorire un uso sociale della proprietà privata".

26/06/2010





        
  



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