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Affidiamo ai giovani lo sviluppo del made in Marche come stile di vita e di lavoro

| ANCONA - Massi: Occorre una spinta forte a valorizzare il merito e la circolazione delle idee e dei progetti.

di Francesco Massi*

Dietro al Made in Marche c’è la nostra tradizione di inventiva, di originalità, di capacità di rischio e di sacrificio.

E’ una cultura che affonda le radici nei secoli precedenti e nello stile di vita sobrio e realistico di chi è consapevole di non attendersi grandi aiuti dall’alto, ma di dover contare soprattutto sulle proprie forze e su mezzi “limitati”, ma di grande valore come la organizzazione basata sul nucleo familiare.
Tutta questa “energia” si è sempre trasmessa ed incarnata nel prodotto rendendolo unico ed esemplare nel mondo.

Oggi economia globalizzata e processi di “scala” rendono forse meno percettibile tale aspetto, ma esso ancora persiste e coinvolge non più e non solo la produzione manufatturiera, ma anche l’offerta di quei servizi, come il turismo e la cultura, che vengono predisposti con l’entusiasmo di chi crede nella forza del proprio territorio e della propria comunità.
Per questo il Made in Marche diventa uno stile di vita e di lavoro ed un messaggio di turisti italiani ed esteri.

Ma tocca alle istituzioni o, meglio, al sistema della Governance “accompagnare” tale stile verso i mercati ed i consumatori più esigenti organizzando un sistema di distruzione e formazione di livello alto di qualità per fornire al “sistema” cervelli e professionalità adeguati.
E così che diventa urgente l’investimento sui giovani ai quali occorre affidare il compito e tramandare lo stile del Made in Marche.

E qui sottolineo una nota negativa: nelle nostre imprese è scarso l’impiego di giovani laureati e specializzati. Tale fenomeno ritarda e talvolta riduce il passaggio “di padre in figlio”.
Nella pubblica amministrazione gli incarichi ai giovani prescindono troppo spesso dal merito e privilegiano le “aderenze politiche”.

Occorre una spinta forte a valorizzare il merito e la circolazione delle idee e dei progetti.
Ci debbono credere sia i protagonisti privati che gli “attori” pubblici.

* Coordinatore Politico della Minoranza 

26/06/2006





        
  



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