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“La marcia della memoria”

Ascoli Piceno | Nel ’44 Ascoli si liberò dei tedeschi o fu liberata dai tedeschi?

di Federico Biondi

La marcia della memoria è composta da dieci tappe. Ogni tappa rappresenta un punto significativo delle battaglie che i paracadutisti della divisione Nembo hanno fatto durante la seconda guerra mondiale. La Marcia, come è accaduto in passato,  si svolge da Chieti a Filotrano.
La “marcia della memoria” per questa edizione 2004 è partita il 25 di giugno da Chieti e si concluderà il 4 luglio a Filotrano, “ad Ascoli è arrivata questa staffetta per ricordare che il giorno 18 di giugno 1944 i paracadutisti della divisione Nembo sono arrivati per primi nella città insieme ai Bersaglieri e a seguire gli Alpini – dice Organtini Salvatore Antonio Presidente della sezione Paracadutisti San Marco di Ascoli Piceno.
Una cerimonia per ricordare tutti i caduti che sono morti per la liberazione della città di Ascoli Piceno e dell’Italia.
Non è dello stesso avviso Tito Alessandrini Presidente dell’Associazione Partigiani d’Italia della sezione di Ascoli Piceno, “falso completamente, i paracadutisti della Nembo sono giunti ad Ascoli il 23 giugno e la città era già stata liberata dai partigiani il 18 giugno alle ore 17.30. La sera del 20 giugno è arrivata la divisione polacca, alla quale abbiamo consegnato 13 prigionieri tedeschi e 8 prigionieri fascisti – aggiunge - il giorno dopo, alla divisione polacca, abbiamo consegnato altri due prigionieri con un autocarro che abbiamo sottratto, noi della banda di Petrelli, ai tedeschi nella zona di Torchiano”.
Un momento importante della storia della nostra città, “prendo spunto da questa celebrazione voluta dai Paracadutisti d’Italia in particolare dalla sezione di Ascoli per dire ancora una volta che questi sono momenti importanti, di riconciliazione per tutte le parti sociali della nostra città” dice il Sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani.
Momenti che appartengono a tutti e che non possono appartenere soltanto ad una parte della città e il Sindaco si augura che in futuro si vivano queste manifestazioni con spirito comunitario, “così come nel 1944 la comunità civile e quella religiosa impedirono la distruzione della città”.
Nel giugno del 1944 la società civile e i militari liberarono Ascoli Piceno, “la primogenitura non sta a me definirla - dice il Sindaco – sta di fatto che ci fu una sinergia tra le forze sociali e militari per liberare la città”.
Il sindaco si augura che queste occasioni siano momenti di riflessione per tutti gli ascolani, anche per arrivare ad una riconciliazione finale. Riflettendo dice che il popolo ascolano doveva riacquistare la dignità di cittadino, di popolo. Dignità che gli era stata negata dall’invasore. Con questa lotta popolare, voluta dai partigiani, dai militari, dai cittadini, si è riacquistato la coscienza di essere un popolo che crede negli ideali fondanti la democrazia.
A questo proposito tornano in mente le parole di Churcill in riferimento alla liberazione dell’Italia e all’ipotetico intervento degli alleati: “che gli italiani dimostrino la volontà di liberarsi e riscattare la propria terra”.
La liberazione vissuta come momento collettivo, “attraverso quell’azione si è poi costruito il futuro, questo è il valore più importante” conclude Il sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani.

29/06/2004





        
  



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