Lo Stato taglia la spesa per le medicine, ma i risparmi si traducono in un salasso per i cittadini
| ROMA - Lo dimostra uno studio dellOsservatorio della Terza Eta. Messina: Non vorremmo che nuove riduzioni prezzi ricadano sui cittadini-
Lo stato taglia la spesa farmaceutica e i cittadini pagano i risparmi pubblici con gli interessi. Un vero paradosso, spiegato da uno studio del Dipartimento Economico presieduto dal Prof. Andrea Monorchio dellOsservatorio della Terza Età, Ageing Society, sugli effetti delle misure anti deficit introdotte nel 2002 dal governo, che oggi si rischia di aggravare con limminente decreto per labbattimento dei prezzi dei farmaci. Nel nostro Paese, la spesa complessiva per lassistenza farmaceutica del 2003 è stata di 18 mln di euro (+1,6% rispetto al 2002). Nonostante laumento piuttosto contenuto, si è registrata una netta variazione nella sua composizione: in valori assoluti è diminuita la quota a carico del Ssn, mentre è aumentata quella sostenuta dalle famiglie, in particolare anziani.
Taglio secco dei prezzi di listino, revisione della lista dei farmaci rimborsabili inseriti nel
prontuario, blocco delladeguamento dei prezzi interni al livello medio europeo, aumento dello sconto a carico delle farmacie per i prodotti a prezzo più elevato, sono state alcune delle novità a livello nazionale, mentre le regioni hanno introdotto o inasprito i ticket.
Tutte queste misure hanno indotto una significativa flessione nella spesa pubblica per lassistenza farmaceutica, che è scesa dagli 11,9 mld di euro del 2002 agli 11,1 mld del 2003 (-6,2%), con un risparmio di 740 milioni di euro. Le confezioni di farmaci rimborsabili, poi, hanno registrato una diminuzione dello 0,9%, mentre il costo medio di ogni confezione e sceso del 5,4% (dai 13,36 euro del 2002 ai 12,64 del 2003).
I risultati positivi ottenuti dallo Stato, però, stridono con il salasso per le economie familiari. Lanno scorso i cittadini hanno, infatti, sborsato per le medicine 6,9 mld, ovvero oltre un miliardo in più (+17,4%) del 2002, quando la spesa fu di 5,9 mld di euro. E questo senza che vi sia stata una significativa variazione delle confezioni vendute complessivamente. La quota a carico delle famiglie sulla spesa totale e aumentata, quindi, dal 33,1% al 38,3%.
A trainare la crescita della spesa privata hanno contribuito due fattori. In primo luogo, il forte incremento della compartecipazione alla copertura dei costi (ticket), aumentata di oltre il 90% (dai 337 milioni di euro del 2002 ai 642 del 2003). In secondo luogo, il passaggio di alcuni prodotti dalla fascia A alla C, a totale carico dei cittadini, e laumento di prezzo di questi ultimi. Il consumo delle confezioni non rimborsabili è aumentato del 6,5% così come il loro prezzo medio di oltre il 5%.
La lente dingrandimento dellOte (Osservatorio Terza Età) ha perciò rilevato che il meccanismo si e dimostrato estremamente penalizzante per gli italiani, perché a fronte di interventi legislativi per contenere la spesa farmaceutica a carico del Ssn, vi e stato un trasferimento di spesa dal pubblico alle famiglie per 337 mln attraverso i ticket e di circa 270 mln per leliminazione della Classe B2 dal prontuario farmaceutico.
Infine, le aziende hanno recuperato la riduzione del margine economico, sottoponendo i listini dei prodotti non rimborsabili ad un aumento ponderato del costo delle confezioni, mettendo in relazione costi e volumi di vendite.
Oltre a non regolare efficacemente il mercato farmaceutico afferma il Segretario Generale dellOsservatorio, Roberto Messina, le misure del governo non hanno impedito laumento compensativo dei prezzi da parte delle aziende.
Appare, inoltre, evidente che le risorse per lassistenza farmaceutica e più in generale per quella sanitaria sono insufficienti rispetto al fabbisogno derivante da una popolazione in progressivo invecchiamento. Per Messina, prima di ulteriori decreti per il contenimento della spesa farmaceutica, sarebbe opportuno adeguare, una volta per tutte, la spesa sanitaria a carico dello Stato.
Attenzione avverte Messina a non gettare il bambino con lacqua sporca. Continuare ad accanirsi solo sui farmaci, senza intervenire mai sugli altri fattori di spesa, e cioè gli ospedali, la distribuzione dei farmaci, i medici di famiglia, eccetera, si rischia di trasferire i costi verso una sanità sempre più ospedalizzata. Per non parlare, poi, delle insufficienti misure per diffondere lutilizzo del farmaco generico e lintroduzione della ricetta elettronica, che frenerebbe le prescrizioni. Questo perchè ha concluso il Segretario Generale dellOsservatorio non vorremmo che i nuovi tagli del governo si scaricassero ancora una volta sui cittadini, come dimostra il recente passato.
(vedi la tabella in allegato)
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03/06/2004
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