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Bibbia e contestualizzazione

San Benedetto del Tronto | La Bibbia non può essere considerato solo "il testo cattolico". Anzi, deve essere considerata come un classico della letteratura e un'ottima occasione di apprendimento della nostra società e della nostra cultura

di Valentina De Cosmis

La società contemporanea, compresa quella italiana, dal 1800 in poi non ha fatto altro che tentare di scoprire e scoprire. E raramente qualcuno ha tentato di riorganizzare queste scoperte. Insomma, avremmo bisogno di quella che Edgar Morin chiama "la testa ben fatta", ovvero una testa in cui le conoscenze non sono un affollarsi di nozioni ma una serie di informazioni ordinate e contestualizzate.

Come contestualizzarle? È ovvio che necessitiamo di una buona dose di storia, quindi anche di letteratura (e non solo perchè si deve avere un disegno globale della società anche attraverso il cinema, la musica e le scienze). La scuola italiana è una scuola ignorante, con professori che hanno una cultura che non è propriamente una cultura, ma solo una preparazione iper-specializzata.

E poi c'è questa mancanza di apertura mentale nei confronti delle religioni. È vero che la scuola è un'istituzione laica (e guai a chi prova a contestare ciò: tale è e tale deve rimanere!) ma la società sta diventando ottusa: l'uomo si è sviluppato anche e soprattutto attraverso la religione.

Avremmo forse molti testi se i monaci non avessero copiato gli orginali? Dimentichiamo forse che in svariati periodi storici la Chiesa è stata l'unica a preoccuparsi dell'alfabetizzazione della gente, e poco importa se anzichè parlar loro di Omero insegnavano teologia.

La Bibbia, ad esempio, non può essere considerato solo "il testo cattolico". Anzi, deve essere considerata come un classico della letteratura e un'ottima occasione di apprendimento della nostra società e della nostra cultura. E per questo che non e cosi paradossale parlare di Bibbia a scuola.

L'associazione Biblia, nata nel 1985, dal 1989 proposto l'introduzione di questo testo nelle scuole e, nei giorni scorsi, ha presentato al Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, una petizione forte di diecimila firme, fra cui prestigiosi intellettuali e altri firmatari d'onore come Massimo Cacciari, Umberto Eco, Margerita Hack, Emanuele Luzzatti, Amos Luzzatto, Gianfranco Ravasi, Gianni Vattimo, Gad Lerner, Gustavo Zagrebelsky, Tullia Zevi e molti altri.

I promotori dell'appello definiscono la Bibbia come "Un testo in cui si ritrova il fondamento comune delle tre religioni monoteistiche: ebraismo, cristianesimo e islamismo", utile quindi alla "comprensione della letteratura, dell´arte, della musica, della politica, del diritto, dell´economia e in genere della storia culturale dell´Occidente".

Il deputato Ds Giuseppe Lumia definisce questa petizione "Una bellissima proposta che va senz'altro sostenuta", così come la sostiene gran parte della Margherita. Dal canto suo, la Cdl si è dichiarata favorevole mentre la deputata Vladmir Luxuria sostiene che "l'idea di porre un'attenzione maggiore su un libro religioso, piuttosto che su altri, facendolo diventare un testo base a scuola, mi sembra discutibile anche dal punto di vista della difesa della laicità".

05/06/2007





        
  



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