Grande successo a Servigliano per la mostra su Giorgio Perlasca
Servigliano | Quando la storia è una lezione di vita. Oltre 4.000 visitatori per ricordare un "Giusto italiano"
Cala il sipario a Servigliano sulla mostra antologica dedicata alla figura di Giorgio Perlasca, il "Giusto italiano", luomo che tra il dicembre 1944 e il gennaio 1945 riuscì a salvare da morte certa 5218 ebrei ungheresi, fingendosi console spagnolo e imbastendo così, nella Budapest invasa dai Nazisti e dai Nylas, una impostura colossale e straordinaria.
Una vicenda che è rimasta segreta per oltre 40 anni, facendo di Perlasca qualcosa di più di un semplice eroe. Secondo la tradizione ebraica, il Giusto è colui che, quando la storia lo impone, compie azioni eccezionali, tornando poi in silenzio alla vita di tutti i giorni, consapevole di aver soltanto fatto il proprio dovere di uomo. La mostra, che intendeva rivolgersi soprattutto ai ragazzi delle scuole, perché imparassero dalla storia i valori del coraggio, della generosità, del senso del dovere, è stata visitata da oltre 4.000 persone, un successo che è andato al di là di ogni più rosea previsione.
A raccontare la storia di Perlasca a Servigliano è stato il figlio Franco, presidente della Fondazione che porta il nome del Giusto. In occasione dellinaugurazione dellevento espositivo, è stato anche intitolato a Giorgio Perlasca il piazzale antistante allex campo di prigionia, un angolo di storia importante per il paese, oggi valorizzato dallAmministrazione comunale di Servigliano e dalla locale Associazione culturale "Casa della memoria", perché non vada perso un patrimonio che appartiene a tutti. Tanti e importanti gli eventi collaterali alla mostra. Per salutare levento espositivo, si è tenuto in anteprima nazionale il recital per pianoforte e voce dal titolo: "I sommersi e i salvati".
Fausto Bongelli e Stefania Cippitelli hanno narrato storie tratte da racconti dello stesso Perlasca e di Primo Levi. Lo spettacolo, partito da Servigliano, sta girando lItalia con grande successo. Le scuole del territorio, in visita alla mostra e al campo di concentramento, hanno avuto modo di seguire importanti convegni dedicati al tema della memoria e della pace, affrontati sotto diversi punti di vista. Cè stato il momento dellanalisi storica, con gli interventi di studiosi dal calibro di Carlo Saletti, Costantino Di Sante, Gabriele Pslug e Ruggero Ranieri, ma anche il momento per unindagine intorno alla religione e alla fede, con mons. Gabriele Miola, il rabbino Nahmiel Ahronee, don Luigi Marini.
Ospite a Servigliano anche Franca Foà Ascoli, presidente della comunità ebraica di Ancona. E intervenuto poi James Keith Killby, nel 43 prigioniero al campo di Servigliano e oggi presidente della fondazione "Monte San Martino trust", nata per ringraziare quanti hanno contribuito alla salvezza di migliaia di prigionieri in quella fase delicata della guerra.
La mostra (fortemente voluta dal sindaco Renzo Speranza), un grande evento organizzato da Fabio Paci e Filippo Ieranò in collaborazione con Franco e Luciana Perlasca, è stata sostenuta da: Regione, Consiglio regionale, Provincia, Comune di Servigliano, Fondazione Perlasca, Casa della Memoria, Istituto storico delle Marche, Camera di Commercio, Fondazione Carisap, Monte San Martino Trust, Rotary International, Comunità Ebraica di Ancona. Alla cerimonia conclusiva hanno partecipato ben 150 persone, che hanno vissuto fino allultimo le emozioni di un evento culturale che mai era stato organizzato nelle Marche.
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06/06/2004
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