“Consideratemi già andato via. Lascio la Fermana, ora bisogna trovare un sostituto, e bisogna farlo entro giugno. La Fermana va mantenuta e sostenuta: se non si vedrà nessuno andrò di persona dal sindaco e che porti avanti lui la Fermana”.

 

Ipse dixit. Ovvero, Battaglioni, ieri in sala stampa dopo la fine dell’incontro col Taranto che è valso la salvezza ai canarini, vissuta dal patron come la storica giornata di Battipaglia che segnò la promozione in B della squadra gialloblu.

 

Insomma se ne va, dopo otto anni di tira e molla, dopo aver fatto il bello e il cattivo tempo ed essere stato, inevitabilmente, al centro delle polemiche e delle cronache sportive. Lui, l’uomo che da Civitanova passa a Fermo, rileva la squadra, la trasforma e la porta in B grazie alle giovani leve. Dalle stelle alle stalle, con la retrocessione in C1 prima, in C2 poi, evitata per un soffio quest’ultima grazie al ripescaggio.

 

“Sono stati otto anni proficui e formativi – ha detto Battaglioni – durante i quali ho imparato tanto. Ho imparato a conoscere la gente e a distinguere gli amici dai nemici. Penso che tutta la Fermana abbia onorato l’istituzione della Provincia di Fermo ”.

 

Ciao Battaglioni, ci mancheranno le tue sfuriate in sala stampa, gli striscioni che ti insultavano quando te la prendevi con i tifosi assenti, le sparate sui giornali contro tutto e tutti quelli che volevano mettersi contro la “tua” Fermana, gli elogi a Bortoletto e il suo esonero tre giorni dopo: nel bene e nel male, sei stato un gran presidente.