La mia convinzione di  non recarmi alle urne referendarie  si fonda sulle seguenti principali motivazioni:

1)- L’embrione è essere vivente completo di caratteristiche sue proprie  ed  irripetibili  tale da divenire,per processo naturale e senza alcun  intervento esterno, essere umano. Interrompere, quindi, lo sviluppo naturale dell’embrione anche se a fini di ricerca scientifica, equivale a sopprimere un soggetto umano che mai più ed in nessun caso potrà  essere replicato  in natura.

2) La ricerca scientifica è ricerca della verità per promuovere  la vita. Nel suo nome non può giustificarsi alcuna soppressione di essere umano.

3) Chi vota No ai quesiti referendari di fatto, recandosi alle urne, dà un forte aiuto ai sostenitori del SI al fine del raggiungimento del quorum per la validità dello stesso mentre chi non si presenta  và ad ingrossare la quota  del 30 % circa dei non votanti rendendo quindi difficilissimo il raggiungimento del quorum predetto.

4) Importante , per i credenti,come il sottoscritto, è  il riferimento  all’indirizzo espresso dalla Chiesa cattolica , anch’esso orientato a non andare alle urne.

Meglio una legge , ancorché imperfetta e quindi ulteriormente emendabile e modificabile nella sede legislativa che il vuoto legislativo.

5) Per la prima volta una legge dello Stato  riconosce e tutela l’Embrione come soggetto di diritti unitamente alla  paternità ed alla maternità. Il referendum mira proprio a cancellare questo diritto lasciando ancora una volta la parte più debole senza alcuna tutela.

Io , quindi,non andrò a votare convinto che questa rappresenti la scelta migliore per  tutti coloro che credono che la ricerca scientifica debba trovare la sua ragione e limiti  in valori etico-morali condivisi e non nell’ egoismo umano.

*Consigliere regionale