Impeccabile, giacca e occhiali scuri, Jeffery Deaver accoglie i fans con ironia e un discreto italiano. Il celebre autore de Il collezionista d'ossa torna a San Benedetto dopo cinque anni per presentare la sua ultima fatica e parla delle contraddizioni della tecnologia - soprattutto quella più scontata come l'elettricità, al centro della nuova avventura - che dà potere all'uomo moderno ma lo condanna ad una totale dipendenza. L'evento è stato organizzato dalla Bibliofila in collaborazione con l'Amministrazione Comunale e rientra nella XXIX edizione di "Incontri con l'Autore". Deaver è stato presentato da Ettore Picardi e da Francesco Tranquilli mentre l'interprete è stata Emanuela Spadaro. 

Il tema si sposa a meraviglia con la condizione di invalidità del protagonista, che è legato a doppio filo all'energia per la sua sopravvivenza. L'investigatore tetraplegico più amato del mondo insieme alla sua affascinante compagna sono solo alcune delle creature che hanno reso Deaver lo scrittore pluripremiato che è oggi. Lincoln Rhyme è l'eroe che sconfigge il male grazie al suo cervello e alle persone che collaborano con lui, prima fra tutte la bella Amelia Sachs - tanto irresistibile che molti lettori hanno chiesto a Deaver il numero di telefono della donna a cui si è ispirato. Eroi di sempre e nuovi acquisti in fase di battesimo.

E la domanda nasce spontanea: come pensa di affrontare Progetto X e di relazionarsi con un eroe che invece è bello, forte e prestante come il mitico James Bond, con cui si cimenterà quest'anno? "Diventerò un po' inglese e Bond diventerà un po' americano, ma avrò cura soprattutto di non deludere i milioni di fan, cercando di impregnarmi della cultura dello 007 di Ian Fleming e creare un agente segreto up-dated - aggiornato al 2011."

Miti di oggi, miti di ieri ma su tutto un grande amore per la lettura, imprescindibile dalla vocazione per la scrittura: "Da giovane ero un nerd - uno sfigato - preda facile dei bulli, ma ho trovato sempre molto conforto nei libri. Leggevo Sherlock Holmes, Agatha Christie, Dickens. Quando ho cominciato a scrivere le mie prime storie erano dei thriller. I miei genitori le hanno lette e mi hanno incoraggiato."

E spiega il suo metodo: otto mesi per raccogliere tutte le idee in una bozza e fare tutte le ricerche del caso, due mesi di effettiva stesura e gli ultimi due mesi per l'editing, con un libro all'anno in cantiere. Metodo, ma anche passione, senso del business e sudore sono gli elementi del successo di chi vuole scrivere libri, la fortuna non c'entra niente. E nessuna paura di entrare nella mentalità di un criminale: un conto è pensare un conto è agire, Deaver si preoccupa soprattutto di non far trapelare dai suoi testi dettagli pericolosi che potrebbero trasformare una bravata in tragedia. Infine una nota sull'e-book e la scomparsa del libro: "Il libro di carta non scomparirà mai" assicura lo scrittore, forse anche solo per le emozioni ancestrali che evoca l'odore delle sue pagine.