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Per una giustizia accessibile, rapida e trasparente

| ROMA - Conferenza stampa dell’ 11 luglio 2005. Intervento di Teresa Petrangolini – Segretario generale di Cittadinanzattiva.

Il diritto alla giustizia è una dei diritti maggiormente violati nel nostro paese.

I sette diritti indicati nella Carta dei diritti dei cittadini nel servizio giustizia, da noi promossa, rappresentano una sorta di agenda della questioni che dovrebbero essere affrontate: l’informazione ai cittadini, i tempi, l’accesso, la qualità, la rappresentatività degli utenti stessi. Credo che una reale attenzione al tema della giustizia richieda delle inversioni di rotta:

·        Il passaggio dalla giustizia dei politici alla giustizia dei cittadini. In questi ultimi anni abbiamo assistito a provvedimenti che sono serviti a tutelare posizioni che nulla avevano a che vedere con il diritto alla giustizia dei cittadini. Tra i possibili esempi: la Legge Cirami sul legittimo sospetto, la questione del falso in bilancio, le garanzie per le rogatorie all’estero. I cittadini aspettano riforme come quelle per accelerare i tempi della giustizia civile o per tutelare i diritti delle vittime dei reati. Ma su questo non si fa nulla. Anzi, nella proposta relativa alla prescrizione dei reati vengono indicati tra questi la corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, la truffa in danno dello Stato o di enti pubblici, la frode nelle pubbliche forniture, la truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, l’usura.

·        La considerazione della giustizia come un grande servizio pubblico e non solo come un potere dello Stato. La giustizia, al pari della scuola e della sanità, è un servizio pubblico, a cui il cittadino deve poter accedere in caso di necessità e che sta alla base di uno Stato di diritto. Di fatto si fa pochissimo per renderlo qualitativamente accettabile. E’ significativo che negli ultimi anni siano aumentati i ricorsi dei cittadini avverso le sentenze al CSM. Essi sono il sintomo di un clima di sfiducia nel servizio, che rappresenta un danno per la collettività. Anche l’attuale riforma in discussione secondo noi non serve a rendere il servizio migliore, ma a vincere un braccio di ferro con la magistratura come potere. Al di là della opportunità di dedicare tante forze ad una lotta di potere e del pericolo di avere una magistratura meno indipendente e soggetta a pressioni di altri soggetti forti, si sta perdendo una grande quantità di tempo, perché nulla si sta facendo per i cittadini.

Le nostre proposte:

-         Dare priorità alla giustizia civile

-         informatizzazione diffusa degli uffici

-         più soldi per adeguare le strutture e per aumentare il personale: la spesa per la giustizia ammonta all’1.42% del bilancio dello stato contro il 5 della Germania e il 2 in media nei paesi europei

-         maggiore managerialità nella gestione

-         riforma della magistratura onoraria

-         class action

-         la istituzione degli uffici per le relazioni con il pubblico

-         tutela delle vittime dei reati

-         riduzione dei costi per i cittadini: sono anche aumentate le spese per il contributo unificato.

Che cosa faremo:

1.      Una grande indagine sul diritto alla giustizia in Italia. Alla fine di ottobre in occasione della giornata europea della giustizia civile, saranno i cittadini ad entrare (a mettere piede) nei Tribunali per monitorare lo stato di attuazione dei loro diritti, raccogliendo le cose brutte e quelle belle.

2.      La messa a punto di una agenda sulla giustizia da far adottare alle coalizioni che si presenteranno alle prossime elezioni politiche.

14/07/2005





        
  



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