A proposito di mobilita e disabilita
San Benedetto del Tronto | Capire prima di discutere, discutere prima di condannare, vorrei partire da questa frase citata dallassessore Emili per fare alcune considerazioni sulla discussione - polemica, aspra, che si sta svolgendo in questi giorni con lex assessore Torquati.
Palma Del Zompo
Non certo per un quarto d'ora di celebrità, come ipotizza la Emili quando qualcuno è in disaccordo con lei, ma in quanto consigliere comunale per le Pari Opportunità.
Penso che ciò che lamenta Torquati sia, al di là delle soluzioni tecniche proposte (il trasporto a chiamata, che pure è una realtà in città dalla cultura di accoglienza consolidata, come Ferrara o Torino), che realizzano una sorta di "apartheid" delle persone che si muovono con difficoltà... e non è un modo diverso per parlare di disabili, ma far notare che i problemi di mobilità riguardano anche gli anziani, le mamme con carrozzine, le disabilità temporanee...sia, dicevo, l'approccio culturale al problema, la mancanza di una politica più ampia e accogliente nei confronti di questi temi da parte dell'amministrazione comunale e soprattutto di soluzioni più discusse, partecipate, che coinvolgano le associazioni interessate per proporre magari soluzioni alternative.
Ci sono città, penso a Parma per esempio, dove un accordo pubblico-privato ha fatto sì che siano stati dati 3 mezzi (2 pulmini e un doblò) in comodato d'uso gratuito al comune dedicati al trasporto per disabili, che si ripaga con le inserzioni pubblicitarie su questi mezzi messi fatte da aziende" sensibili " al tema , o a campagne di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini (nel comune di Castelfiorentino, per esempio) che invitano i cittadini a segnalare le barriere al comune che provvede poi alla loro rimozione.
Creando una sinergia con gli addetti ai lavori dell'amministrazione comunale che devono controllare con rigore l'effettiva mancanza di barriere architettoniche nelle costruzioni. Ci vogliono soldi, è vero, tanti soldi, per mettere a norma i mezzi di trasporto, le fermate, e quant'altro ma è proprio questo che bisogna fare in una città che vorrebbe essere solidale. Come reperire i fondi necessari? Per questo e per altre politiche di solidarietà? Con una programmazione seria, che scaglioni nel tempo gli interventi e con proposte , magari particolari ma praticabili. Provo a farne una.
Noi siamo una città a vocazione turistica, bene, è appena nato un ente, l'"ISITT" Istituto Italiano per il Turismo per Tutti, che ha lo scopo "di elaborare, valutare, attuare e incoraggiare politiche di accoglienza, sensibilizzazione e promozione culturale, per sviluppare le tematiche del turismo per tutti." Dove per turismo per tutti si intende creare le condizioni ideali di fruibilità del territorio per turisti che presentano esigenze particolari in funzione del loro stato di salute, momentaneo o permanente, delle loro condizioni fisiche o mentali o delle loro difficoltà". Quindi fare in modo che i turisti con esigenze particolari (persone con disabilità, anziane, con allergie o intolleranze alimentari, con neonati al seguito ecc.) vengano considerati clienti come tutti gli altri. Questo significa diffondere la cultura dall'accessibilità nel turismo, con la convinzione che la parola "accessibile" sia anche sinonimo di "comodo" per tutti, indipendentemente dalle difficoltà o dalle disabilità.
Il turismo accessibile è un mercato, tra l'altro con enormi potenzialità di sviluppo visto che il numero delle persone anziane e con disabilità è e sarà in costante aumento per il progressivo invecchiamento della popolazione. Le caratteristiche delle nostre spiagge e lo sviluppo essenzialmente pianeggiante della nostra città ben si adattano a questo. Propongo perciò la creazione di un tavolo di lavoro che si impegni su queste tematiche nel tentativo di proporre soluzioni, piuttosto che sterili contrapposizioni.
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18/07/2010
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