Viadotto Valnerina
| MACERATA - Scoperte discordanze con documentazione Anas
A pochi giorni dall’apertura del cantiere per la ristrutturazione del viadotto “Malacosta” di Pievetorina, l’impresa appaltatrice incaricata dalla Provincia si è resa conto che non esisteva corrispondenza tra la lunghezza reale dei pali di fondazione e quella indicata nella documentazione dell’Anas. “Sulla base dell’elaborato ‘Disegni contabili’ relativo alla costruzione del viadotto consegnato nel 2005 in copia alla Provincia dall’Anas, ente gestore della strada Valnerina fino al 2001, il sondaggio – si legge in una nota della direzione lavori – avrebbe dovuto evidenziare la presenza di pali di circa 15 metri di lunghezza”.
Gli accertamenti eseguiti, infatti, hanno evidenziato che i “pali” di calcestruzzo presenti sotto la zattera di fondazione risultano di una misura molto inferiore a quella indicata nei documenti contabili a suo tempo consegnati dall’Anas alla Provincia. Pur innestandosi su un idoneo strato di fondazione, i pali risultano avere una lunghezza compresa tra i 3 metri e mezzo ed i 5 metri e mezzo, mentre nei documenti contabili tale lunghezza era stata certificata di una misura di circa il triplo. Questo accertamento ha comportato l’inevitabile decisone del direttore dei lavori di sospendere parzialmente i lavori stessi in quanto la progettazione del nuovo viadotto, comprendendo anche opere di adeguamento alle norme in materia sismica, faceva affidamento sulla presenza di pali di fondazione della lunghezza di almeno 15 metri come attestato dalla documentazione Anas.
A seguito di tale accertamento, la Provincia ha deciso di inviare una circostanziata segnalazione alle competenti autorità, nonché al Ministro dei lavori pubblici, Di Pietro.
E proprio perché la documentazione tecnico-contabile dell’Anas non risulta fedele alle reali caratteristiche dell’opera, la Provincia sarà costretta ora a rivedere la progettazione dell’opera con conseguenti maggiori costi e tempi di realizzazione.
Sulla questione interviene il presidente Giulio Silenzi, il quale risponde anche alla nota del consiglieri Lattanzi, Pettinari e Speranza, apparsa nei giorni scorsi sulla stampa.
“Le dichiarazioni alla stampa dei capigruppo di centro destra in merito ai lavori di ristrutturazione del viadotto di Pievetorina - scrive Silenzi - sono l’ennesimo tentativo di addossare sulla Giunta provinciale responsabilità di altri. Essi sanno che la Provincia non ha alcuna colpa di quanto accaduto ed è veramente ora che qualcuno indaghi davvero sull’operato dell’Anas. Il Ministro Di Pietro, contrariamente al precedente Governo di centro destra, ha iniziato a farlo e la segnalazione che gli giungerà dalla Provincia di Macerata sul caso del viadotto di Pievetorina sarà un altro elemento a lui utile.
I capigruppo di centrodestra sanno bene che il viadotto non è stato costruito dalla Provincia, ma dall’Anas. Essi, quindi, dovrebbero chiedere proprio all’Anas giustificazioni circa le preoccupanti discordanze tra quanto dichiarato nella documentazione tecnico-contabile consegnata alla Provincia e la reale misura dei pali di fondazione. Gli stessi capigruppo non hanno fatto nulla quando due anni fa abbiamo aperto la vertenza con l’Anas proprio a causa del viadotto dove aveva ceduto una ‘soletta’.
La Giunta provinciale ha adottato subito provvedimenti che hanno permesso la circolazione e successivamente ha preso la decisione di procedere ad un intervento radicale e risolutivo. Le procedure dell’appalto esulano dalle competenze politiche della Giunta e la gestione dell’appalto stesso fa capo alla struttura amministrativa della Provincia. L’appalto, per altro, si è svolto secondo le procedure pubbliche previste dalle leggi vigenti ed in un modo trasparente che chiunque può constatare. Non con altrettanta chiarezza, invece, sembrano siano stati realizzati i lavori di costruzione del viadotto che risalgono a circa 35 anni fa. Qualcuno dovrà spiegarlo alla Provincia e alle autorità preposte a cui ci stiamo rivolgendo. Per il viadotto di Pievetorina che la Provincia ha ereditato dall’Anas stanno emergendo irregolarità costruttive di cui qualcuno dovrà rispondere ai cittadini. Quel qualcuno non è certo la Provincia. L’opposizione lo sa bene, ma fa finta di non saperlo”.
Per il viadotto di Pievetorina (lungo circa 180 metri) già esiste una vertenza tra la Provincia e l’Anas. Una vertenza iniziata due anni fa quando, il 30 aprile 2004, improvvisamente, la Provincia fu costretta a chiudere al traffico la struttura viaria a causa di un inaspettato cedimento strutturale nella “soletta”. A causa di quel cedimento la Provincia, per risolvere la situazione contingente, adottò subito un intervento “tampone” che ha poi permesso la riapertura del viadotto a senso unico alternato e che ha portato poi alla decisione di ristrutturarlo integralmente.
L’episodio del 2004 era già stato giudicato “anomalo” in quanto il cedimento della “soletta” è tecnicamente inusuale per una struttura esistente da poco più di trent’anni. Il viadotto della Valnerina, completato dall’Anas nel 1972, è stato ereditato dalla Provincia di Macerata nell’ottobre 2001 a seguito del passaggio della gestione dallo Stato alla Provincia delle ex strade statali, tra cui, appunto la ex S.S. 209 da Bivio Maddalena a Visso.
Gli accertamenti eseguiti, infatti, hanno evidenziato che i “pali” di calcestruzzo presenti sotto la zattera di fondazione risultano di una misura molto inferiore a quella indicata nei documenti contabili a suo tempo consegnati dall’Anas alla Provincia. Pur innestandosi su un idoneo strato di fondazione, i pali risultano avere una lunghezza compresa tra i 3 metri e mezzo ed i 5 metri e mezzo, mentre nei documenti contabili tale lunghezza era stata certificata di una misura di circa il triplo. Questo accertamento ha comportato l’inevitabile decisone del direttore dei lavori di sospendere parzialmente i lavori stessi in quanto la progettazione del nuovo viadotto, comprendendo anche opere di adeguamento alle norme in materia sismica, faceva affidamento sulla presenza di pali di fondazione della lunghezza di almeno 15 metri come attestato dalla documentazione Anas.
A seguito di tale accertamento, la Provincia ha deciso di inviare una circostanziata segnalazione alle competenti autorità, nonché al Ministro dei lavori pubblici, Di Pietro.
E proprio perché la documentazione tecnico-contabile dell’Anas non risulta fedele alle reali caratteristiche dell’opera, la Provincia sarà costretta ora a rivedere la progettazione dell’opera con conseguenti maggiori costi e tempi di realizzazione.
Sulla questione interviene il presidente Giulio Silenzi, il quale risponde anche alla nota del consiglieri Lattanzi, Pettinari e Speranza, apparsa nei giorni scorsi sulla stampa.
“Le dichiarazioni alla stampa dei capigruppo di centro destra in merito ai lavori di ristrutturazione del viadotto di Pievetorina - scrive Silenzi - sono l’ennesimo tentativo di addossare sulla Giunta provinciale responsabilità di altri. Essi sanno che la Provincia non ha alcuna colpa di quanto accaduto ed è veramente ora che qualcuno indaghi davvero sull’operato dell’Anas. Il Ministro Di Pietro, contrariamente al precedente Governo di centro destra, ha iniziato a farlo e la segnalazione che gli giungerà dalla Provincia di Macerata sul caso del viadotto di Pievetorina sarà un altro elemento a lui utile.
I capigruppo di centrodestra sanno bene che il viadotto non è stato costruito dalla Provincia, ma dall’Anas. Essi, quindi, dovrebbero chiedere proprio all’Anas giustificazioni circa le preoccupanti discordanze tra quanto dichiarato nella documentazione tecnico-contabile consegnata alla Provincia e la reale misura dei pali di fondazione. Gli stessi capigruppo non hanno fatto nulla quando due anni fa abbiamo aperto la vertenza con l’Anas proprio a causa del viadotto dove aveva ceduto una ‘soletta’.
La Giunta provinciale ha adottato subito provvedimenti che hanno permesso la circolazione e successivamente ha preso la decisione di procedere ad un intervento radicale e risolutivo. Le procedure dell’appalto esulano dalle competenze politiche della Giunta e la gestione dell’appalto stesso fa capo alla struttura amministrativa della Provincia. L’appalto, per altro, si è svolto secondo le procedure pubbliche previste dalle leggi vigenti ed in un modo trasparente che chiunque può constatare. Non con altrettanta chiarezza, invece, sembrano siano stati realizzati i lavori di costruzione del viadotto che risalgono a circa 35 anni fa. Qualcuno dovrà spiegarlo alla Provincia e alle autorità preposte a cui ci stiamo rivolgendo. Per il viadotto di Pievetorina che la Provincia ha ereditato dall’Anas stanno emergendo irregolarità costruttive di cui qualcuno dovrà rispondere ai cittadini. Quel qualcuno non è certo la Provincia. L’opposizione lo sa bene, ma fa finta di non saperlo”.
Per il viadotto di Pievetorina (lungo circa 180 metri) già esiste una vertenza tra la Provincia e l’Anas. Una vertenza iniziata due anni fa quando, il 30 aprile 2004, improvvisamente, la Provincia fu costretta a chiudere al traffico la struttura viaria a causa di un inaspettato cedimento strutturale nella “soletta”. A causa di quel cedimento la Provincia, per risolvere la situazione contingente, adottò subito un intervento “tampone” che ha poi permesso la riapertura del viadotto a senso unico alternato e che ha portato poi alla decisione di ristrutturarlo integralmente.
L’episodio del 2004 era già stato giudicato “anomalo” in quanto il cedimento della “soletta” è tecnicamente inusuale per una struttura esistente da poco più di trent’anni. Il viadotto della Valnerina, completato dall’Anas nel 1972, è stato ereditato dalla Provincia di Macerata nell’ottobre 2001 a seguito del passaggio della gestione dallo Stato alla Provincia delle ex strade statali, tra cui, appunto la ex S.S. 209 da Bivio Maddalena a Visso.
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04/07/2006
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