Massimo Caprara e "il manifesto"
San Benedetto del Tronto | Il 16 giugno a Milano è morto Massimo Caprara. Era stato segretario di Togliatti e deputato per quattro legislature prima di essere radiato dal Pci nel 1969. Valentino Parlato nel suo ricordo ne ha dato un'immagine che ha suscitato osservazioni.
di Felice Di Maro

Massimo Caprara (Napoli, 7 aprile 1922 - Milano, 16 giugno 2009)
A Napoli sia chi ha militato nel Pci e sia chi poi è passato nel gruppo del "manifesto" costituitosi nel 1969 non può non aver conosciuto Massimo Caprara. Comunista anche noto a livello nazionale, di lui si parlerà ancora nei prossimi anni quando gli storici ricostruiranno le vicende politiche e sociali del secolo passato. Non è ancora chiara come e perché realmente e nei particolari s'intende è avvenuta la radiazione in massa nel 1969 dal Pci di un gruppo di dirigenti che daranno vita ad un movimento e a un giornale omonimo ancora oggi in edicola.
Ma perché rappresenta una figura così importante? Premesso che giovanissimo è stato segretario di Togliatti ed anche consigliere comunale di Napoli negli anni cinquanta ha incarnato nel tempo un modello di comunista che purtroppo non è stato seguito e in vario modo anche osteggiato e disprezzato e proprio da quegli operai comunisti che accetteranno quasi dopo qualche anno (1974) il compromesso storico di Enrico Berlinguer. Il comunista Massimo Caprara è stato anticipatore di fenomeni politici che solo con la fine del Pci si affermeranno.
Noi oggi abbiamo una visione della politica tutto sommato mediatica ma negli anni cinquanta e sessanta e anche dopo e fino agli anni ottanta la politica e parlo di quella di sinistra era "porta a porta". Non è forse un caso che leggi come il "divorzio" e "l'aborto" ma anche lo "Statuto dei lavoratori" sono state il risultato di movimenti di massa comunque irripetibili. Oggi siamo sotto il gioco di un governo di destra che scambia la democrazia con il liberalismo tanto puro quanto selvaggio di fare profitti e basta, e solo per pochi s'intende. Il lodo Alfano sta caratterizzando la nostra epoca e nell'insieme l'impotenza di una sinistra e centrosinistra che non solo non conta niente ma neanche vuole fare niente di concreto.
Massimo Caprara è morto a Milano il 16 giugno e ci ha lasciato una eredità complicata almeno per quelli che amano che la storia non debba essere intesa solo come "data est" ma possibilità anche di scegliere, e di scegliere la ricostruzione meglio documentata. Ovviamente i documenti debbono essere verificabili e controllabili.
Valentino Parlato su quello che è stato il giornale anche di Massimo Caprara, "il manifesto" ( mercoledì 17 giugno) ricordandone la figura ha scritto: "La sconfitta del ‘manifesto' nelle elezioni del 1972 (quella che noi ricordiamo con la battuta ‘piazze piene, urne vuote') lo colpì duramente e segnò il suo progressivo allontanamento dal gruppo, che finì per portarlo su posizioni di destra contrarie a tutto quel che era stata la sua vita della giovinezza e della maturità. Per noi fu un'amarezza, per me quasi un'altra sconfitta. A ben vedere non fu un uomo fortunato".
Premesso che Valentino Parlato è sicuramente ben informato. Forse però non ha valutato che l'allontanamento di Caprara temporalmente coincide con l'allontanamento di diversi, meno noti forse ma che comunque hanno determinato scelte obiettivamente collettive. Il fatto che il gruppo del "manifesto" è restato tale e non ha neanche tentato di essere partito la dice lunga su come si intendesse procedere in quegli anni. In pratica si voglia o no la metafora "la botte piena e la moglie ubriaca" è quanto mai appropriata.
Per quanto riguarda "...un'altra sconfitta" chiaramente è vero e guarda caso dopo 35 anni sarebbe il caso quanto meno di fare un bilancio critico delle scelte che si fecero. Sia chiaro e senza equivoci! All'epoca i ragionamenti erano diversi. Un esempio: tolleranza zero per coloro che la pensano diversamente e anche indipendentemente dalle tematiche e dalle ragioni.
La battuta "piazze piene, urne vuote" penso che si debba veramente discutere. Caro valentino Parlato alle elezioni politiche del 1972 al Senato ci furono 650 mila schede bianche o più o meno. Purtroppo le cose non andarono come si vuol far credere. Una cosa è parlare nelle assemblee e fare maggioranze dialettiche e discorsive, altra cosa è poi fare attività politica quotidiana e impegnarsi in prima persona.
Che Massimo Caprara non sia stato un "uomo fortunato " forse è vero. Purtroppo la fortuna in politica non esiste. C'è però chi è servo e chi no. Massimo Caprara non è mai stato servo. Diversamente e vale come base della sua figura non sarebbe stato radiato dal Pci. Si tenga conto anche che progressivamente ha dovuto fare i conti con la vita reale, quella di tutti i giorni che è dura, e, per chi è napoletano, è sempre più dura. Ovviamente quest'aspetto Valentino Parlato no lo può comprendere pienamente e in tutti i ritmi dell'esistenza umana e non parlo naturalmente dell'aspetto economico ma anche per la mancanza degli affetti che riscuote la propria persona sulla scena della vita.
Altra cosa che Valentino Parlato conosce poco è la percezione del riscatto sociale che ha animato il sessantotto e oltre. L'emigrazione di quegli anni ha inciso sulla politica e la Democrazia Cristiana ne ha tratto vantaggi e non solo a livello elettorale ma anche sociale e in senso delle scelte economiche. L'amarezza di Caprara è stata caratterizzata anche dal fatto che in quegli anni "il manifesto" non ha voluto stendere un ponte tra classe operaia e ceto medio. Il suo allontanamento forse è stato un volontario esilio di uno sconfitto.
Chi scrive, personalmente ha avuto la possibilità di fare la sua conoscenza e di averci parlato più volte sia quando era parlamentare del Pci che quando poi è stato membro del manifesto. L'ho sentito telefonicamente nel 1985 quando era direttore della rivista "L'illustrazione italiana". Forse all'epoca chissà se si riteneva "un uomo fortunato" ma felice sì. Era dinamico e disponibile quando poteva essere utile a qualcuno anche se era un signor nessuno come me. Non meritava di essere radiato dal Pci, e neanche tutti gli altri lo meritavano.
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07/07/2009
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