Premio all'editor 2015, Jacopo De Michelis e presentazione di "Pazzesco" di Luca Mastrantonio
San Benedetto del Tronto | Fase finale di Piceno d'autore con il Premio all'Editor. Coordina Gino Troli
di Redazione

Manifesto De Michelis
Seconda fase della sesta edizione di Piceno d'Autore. Si inizia domani sera alla Palazzina azzurra ore 21,30 con il Premio all'Editor, che in questa edizione sarà asseganto a Jacopo De Michelis della Marsilio.
Sarà presente anche Luca Mastrantonio che presenterà il libro "Pazzesco" della Marsilio. Coordinerà la serata Gino Troli
Jacopo De Michelis è nato a Milano nel 1968 e vive a Venezia, dove è responsabile della narrativa di Marsilio Editori. È stato traduttore, curatore di antologie e consulente editoriale. Insegna narratologia presso la NABA di Milano.
Luca Mastrantonio (Milano, 1979) è alla redazione culturale del «Corriere della Sera» dal 2011 per la progettazione e realizzazione dell'inserto «la Lettura». Scrive di cultura, politica e società. È stato responsabile delle pagine e degli inserti di cultura e spettacoli del quotidiano «Il Riformista», dal 2003 al 2011. Ha pubblicato Hugo Chávez. Il caudillo pop (Marsilio 2007), scritto insieme a Rossana Miranda, Irrazionalpopolare (Einaudi 2008), con Francesco Bonami, e Intellettuali del piffero (Marsilio 2013, 2 edizioni). È autore e conduttore di trasmissioni radiofoniche (per Radio3 e Radio24) e documentari (per RaiCinema). Per Corriere Tv ha curato la webserie I ragazzi degli anni '90. Insegna Comunicazione multimediale alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. Suoi racconti e poesie sono stati pubblicati in antologie (Ogni maledetta domenica, minimum fax 2010) e riviste («Nuovi Argomenti»). Il suo blog è criticalmastra.corriere.it.
"PAZZESCO"
L'italiano del nuovo millennio è una lingua pazzesca, perché chi la parla spesso è incapace di intendere quel che vuole dire. Trabocca di termini stranieri o falsamente familiari, usati a sproposito o usciti di senno, che significano tutto e il loro contrario, come l'aggettivo pazzesco: indica qualcosa di pazzo, straordinario o anormale, ma è così diffuso da essere diventato un'esclamazione universale che esprime indistintamente stupore, meraviglia, ammirazione, terrore. La colpa? È di Fantozzi e di Grillo, di un'aranciata amara e, ovviamente, nostra. Ma il dilagare di pazzesco è solo il sintomo più evidente dell'impazzimento generale di una lingua esasperata, esagerata ed esagitata, nei toni e nelle proporzioni, nel lessico e nella sintassi, per la continua e incrociata sovraesposizione mediatica alla ricerca di visibilità e condivisione, al bar come sui social network. In questo libro Luca Mastrantonio denuncia, nella prima parte, le mutazioni dell'italiano di oggi: il digitaliano, il new inglesorum, la neo-lingua di regime, il sinistrese di destra, l'antipolitichese, il politicamente ipercorretto, la porno-emotività, l'apatia critica, il battutismo cinico...
Segue un dizionario che mette a nudo alcune parole pazzesche per demistifi carne l'orrore e per favorire la comunicazione tra tribù italiane distanti: padri e figli, nativi digitali e tardivi analogici, chi usa emoticon, acronimi e faccini, e chi invece traduce Facebook in Faccialibro e campa di apericena; e, ancora, tra milf e bimbiminkia, zombi e neo-cafoni, troll e vegani, hipster e toy boy... Parole d'ordine del nuovo conformismo per cui siamo tutti geniali e smart, facciamo overdose di selfi e e mettiamo l'hashtag ovunque, mimiamo le #virgolette per prendere le distanze da noi stessi e controlliamo i like su Facebook per sentirci socialmente vivi.
Invochiamo la meritocrazia solo per noi e la rottamazione sempre per gli altri, whatsappiamo come matti e facciamo sexting senza precauzioni. Certo, abbiamo bisogno di love, ma se non stiamo attenti un fragoroso LOL ci seppellirà. Meglio imparare a conoscere queste parole, per evitarle o evitare di abusarne. Prima che siano loro ad abusare di noi.
Sarà presente anche Luca Mastrantonio che presenterà il libro "Pazzesco" della Marsilio. Coordinerà la serata Gino Troli
Jacopo De Michelis è nato a Milano nel 1968 e vive a Venezia, dove è responsabile della narrativa di Marsilio Editori. È stato traduttore, curatore di antologie e consulente editoriale. Insegna narratologia presso la NABA di Milano.
Luca Mastrantonio (Milano, 1979) è alla redazione culturale del «Corriere della Sera» dal 2011 per la progettazione e realizzazione dell'inserto «la Lettura». Scrive di cultura, politica e società. È stato responsabile delle pagine e degli inserti di cultura e spettacoli del quotidiano «Il Riformista», dal 2003 al 2011. Ha pubblicato Hugo Chávez. Il caudillo pop (Marsilio 2007), scritto insieme a Rossana Miranda, Irrazionalpopolare (Einaudi 2008), con Francesco Bonami, e Intellettuali del piffero (Marsilio 2013, 2 edizioni). È autore e conduttore di trasmissioni radiofoniche (per Radio3 e Radio24) e documentari (per RaiCinema). Per Corriere Tv ha curato la webserie I ragazzi degli anni '90. Insegna Comunicazione multimediale alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. Suoi racconti e poesie sono stati pubblicati in antologie (Ogni maledetta domenica, minimum fax 2010) e riviste («Nuovi Argomenti»). Il suo blog è criticalmastra.corriere.it.
"PAZZESCO"
L'italiano del nuovo millennio è una lingua pazzesca, perché chi la parla spesso è incapace di intendere quel che vuole dire. Trabocca di termini stranieri o falsamente familiari, usati a sproposito o usciti di senno, che significano tutto e il loro contrario, come l'aggettivo pazzesco: indica qualcosa di pazzo, straordinario o anormale, ma è così diffuso da essere diventato un'esclamazione universale che esprime indistintamente stupore, meraviglia, ammirazione, terrore. La colpa? È di Fantozzi e di Grillo, di un'aranciata amara e, ovviamente, nostra. Ma il dilagare di pazzesco è solo il sintomo più evidente dell'impazzimento generale di una lingua esasperata, esagerata ed esagitata, nei toni e nelle proporzioni, nel lessico e nella sintassi, per la continua e incrociata sovraesposizione mediatica alla ricerca di visibilità e condivisione, al bar come sui social network. In questo libro Luca Mastrantonio denuncia, nella prima parte, le mutazioni dell'italiano di oggi: il digitaliano, il new inglesorum, la neo-lingua di regime, il sinistrese di destra, l'antipolitichese, il politicamente ipercorretto, la porno-emotività, l'apatia critica, il battutismo cinico...
Segue un dizionario che mette a nudo alcune parole pazzesche per demistifi carne l'orrore e per favorire la comunicazione tra tribù italiane distanti: padri e figli, nativi digitali e tardivi analogici, chi usa emoticon, acronimi e faccini, e chi invece traduce Facebook in Faccialibro e campa di apericena; e, ancora, tra milf e bimbiminkia, zombi e neo-cafoni, troll e vegani, hipster e toy boy... Parole d'ordine del nuovo conformismo per cui siamo tutti geniali e smart, facciamo overdose di selfi e e mettiamo l'hashtag ovunque, mimiamo le #virgolette per prendere le distanze da noi stessi e controlliamo i like su Facebook per sentirci socialmente vivi.
Invochiamo la meritocrazia solo per noi e la rottamazione sempre per gli altri, whatsappiamo come matti e facciamo sexting senza precauzioni. Certo, abbiamo bisogno di love, ma se non stiamo attenti un fragoroso LOL ci seppellirà. Meglio imparare a conoscere queste parole, per evitarle o evitare di abusarne. Prima che siano loro ad abusare di noi.
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09/07/2015
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