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A Teramo vince lo shopping on line. Inchiesta di Panorama. Le crescite più rilevanti.

Teramo | Il commercio elettronico cresce a Teramo, ma siamo ancora lontani dal resto del Bel Paese. Si compra di tutto. Bene i privati da casa, ma le aziende ancora in alto mare rispetto al resto d’Europa. Il segreto di un successo annunciato.

di Nicola Facciolini

Grazie a Teramo vince lo shopping on line in Abruzzo. Le crescite più rilevanti nel settore del commercio elettronico nell'ultimo anno si registrano a Teramo, Cosenza, Isernia e Vibo Valentia. E' quanto emerge da un inchiesta di Panorama. Insomma, si acquista di tutto sul web e, checché ne dicano alcuni analisti ed amministratori locali, di fatto spiazzati, poco propensi alla rivoluzione digitale, il fatto che a Teramo sempre più gli acquisti oggi si facciano su internet, dovrebbe far riflettere. Come dire: bottegai sotto casa, datevi una svegliata! "Il commercio elettronico o e-commerce consiste nella compravendita, nel marketing e nella fornitura di prodotti o servizi attraverso computer collegati in rete" (Wikipedia).

La sicurezza dei server, grazie alla crittografa di dati sensibili dei clienti contenuti nell'ordine di acquisto per tutelare il consumatore, i metodi di pagamenti sempre più sicuri, la diminuzione delle spese postali, sono la chiave di un successo imprenditoriale che in Abruzzo, grazie anche ai giovani teramani, è solo all'inizio. "La domanda crea l'offerta": mai antico brocardo è stato più veritiero.

E sul web la rapidità del flusso d'informazioni tra cliente e imprese, annulla praticamente le distanze e i tempi di consegna rispetto all'acquisto tradizionale più "impulsivo".

Sono 3.422 le imprese del commercio elettronico attive in Italia nel 2007, in crescita del 36,6 per cento dal 2006 e addirittura del 429,7 per cento rispetto al 2004. Panorama fotografa una realtà che emerge lapalissiana da una elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al quarto trimestre 2007, 2006 e 2004 e gennaio 2008 e da un'elaborazione su dati Istat 2007. Lombardia e Lazio sono le regine delle vendite on line, rispettivamente con il 17,2 e il 13,5 per cento del totale italiano di settore.

Tra le province, prime Roma con 381 imprese, Milano con 314 e Torino con 169 mentre le crescite più rilevanti in un anno si registrano a Teramo, Cosenza, Isernia e Vibo Valentia.

Tuttavia, l'Istituto Statistico dell'Unione europea indica che in Italia solo il 5 per cento delle aziende ha effettuato ordini via internet e soltanto il 4 per cento ha ricevuto ordini on line. Si tratta delle percentuali più basse nell'Eurozona (eguagliate solo dalla Spagna), e anche nell'Ue allargata ai 25.

Le imprese di Gran Bretagna, Svezia, Irlanda, Germania e Danimarca sono all'avanguardia nel settore del commercio elettronico: il 51 per cento effettua ordini on line. La Danimarca è in testa nella graduatoria vendite via internet, un sistema adottato dal 32 per cento delle imprese di quel paese.

Chi compra online in Italia?
Si tratta soprattutto di uomini (27,2 contro il 17,2 per cento delle donne) e giovani tra i 25 e i 34 anni (27,6 per cento) ma anche di un over 75 su otto (7,7 per cento). I beni e i servizi più acquistati? Sono viaggi e soggiorni turistici (35,1 per cento), poi libri e riviste (25,4 per cento), abiti e articoli sportivi (23,3 per cento), film e musica (23 per cento).

I più navigati dello shopping on line?
I lombardi (22 per cento di tutti gli italiani che comprano su internet), seguiti da veneti (9,9 per cento) e piemontesi (9 per cento).

Tra i prodotti più curiosi in vendita: prodotti tipici russi, fischietti ed accessori per arbitri di calcio, prodotti per la ricostruzione artificiale di unghie, articoli medievali, cofanetti dvd, ricambi e accessori per Vespe d'epoca, i "lucchetti" dell'amore di ponte Milvio fino all'elimina-code elettronico delle salumerie.

Una riflessione sorge spontanea: ma, allora, a cosa servono i centri commerciali che continuano a spuntare un po' ovunque come funghi nel nostro territorio? Una delle problematiche più sentite nel mondo dell'e-commerce è la sicurezza nelle modalità di pagamento.

Inizialmente, il trasferimento delle informazioni e dei dati personali tra venditore e cliente avveniva in chiaro: questo costituiva un enorme problema per la sicurezza, in quanto i dati trasferiti erano suscettibili di essere intercettati e utilizzati da terzi per operazioni al di fuori della pratica commerciale in atto.

Oggi, questa pratica di trasferimento dei dati è stata abbandonata, a favore di pratiche più sicure che garantiscano una maggiore riservatezza delle informazioni personali e che quindi assicurino la bontà delle transazioni. Insomma, i consumatori teramani hanno accolto il modello economico dello shopping elettronico, più prontamente di quello che gli amministratori pubblici si aspettavano.

Una sfida all'intelligenza del consumatore evidentemente persa in partenza. La morale della favola: le imprese dei centri storici cittadini potrebbero rinascere a nuova vita se offrissero anche questa chiave di volta ai loro clienti più affezionati. Magari, con la consegna a domicilio per i consumatori "fuori porta".

(Fonti: Panorama; Wikipedia)

16/08/2008





        
  



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