Dal tenore del secondo intervento, lo stesso del primo, dei Ds debbo prendere atto che il senso del mio precedente intervento non è stato colto affatto. Non si voleva legittimare un bel nulla, si voleva semplicemente dimostrare che un grande tema qual è la questione morale non può essere affrontato con la politichetta dell’accusa alla controparte politica come fanno i Ds, perché l’accusa è facilmente rispedibile al mittente; e se è rispedibile, è evidente che finiranno per far credere  di avere ragione solo i più furbi e i più scaltri. Non credo si possa considerare questo etico.

Se non si vuole cadere nell’ipocrisia, soprattutto chi fa politica dovrebbe avere il coraggio di affrontare il problema per il giusto verso e non nel verso che più, e quando fa comodo. Da che parte cominciare? Per primo da un postulato: per un elementare principio di uguaglianza, se è giusto che parenti ed amici di politici, ma anche di altri, non debbano essere favoriti, è altrettanto giusto che parenti o amici non finiscano con l’essere sfavoriti.

 

Qual è allora il meccanismo che possa garantire tutti in ugual misura? I concorsi, le selezioni, o altro? Poiché i concorsi e le selezioni sono pur sempre gestiti da uomini è evidente che anche essi siano soggetti ad illazioni e che quindi non risolvono il problema se non ipocritamente. Non resta che “altro”. Se su questo “altro” l’opposizione vorrà sedersi con la maggioranza ad un tavolo per cercare di individuarlo in modo da costruire insieme un modello etico fermano che non poggi sull’ipocrisia dando fiducia ai cittadini la mia disponibilità sarà immediata e totale.

 

*sindaco di Fermo