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“Bestiario Umano”, trionfo di arti

Acquaviva Picena | Con la complicità della Fortezza di Acquaviva si è svolta l’opera musicale di Marcello Centini, tratta dall’omonima raccolta di poesie di Giorgio Voltattorni M. Interpretata dalla Compagnia “la ManodiMida”.

di Adamo Campanelli

Un momento della rappresentazione

La fortezza di Acquaviva Picena continua ad essere la protagonista indiscussa degli eventi culturali acquavivani.
 
Mentre la Bandiera Arancione sventola sul mastio, le arti trionfano, con l'opera musicale "Bestiario Umano" grazie al contributo della Compagnia sambenedettese La "ManodiMida"oltre che dall'amministrazione comunale acquavivana rappresentata per l'occasione, dall'assessore al turismo Andrea Infriccioli.

Nato inizialmente come recital su un nucleo di sette testi musicati da Marcello Centini e tratti dall'omonima raccolta di poesie di Giorgio Voltattorni M., Bestlario Umano ha assunto nel tempo, con il sapiente e sensibile contributo coreografico di Maria Pia Francucci e del suo corpo di ballo, la preziosa consistenza dell'opera corale.

Opera corale e totale, dove il canto con l’interpretazione delle voci soliste di Massimiliano Civita e Alessandra Colonnella, la recitazione con un bravissimo Vincenzo Di Bonaventura, la danza con il corpo di ballo composto da Camilla Ferraiolo, Maria Pia, Francucci, Rossella Luciani, Maria Luigia Neroni, Silvia Pagliazzi, Stefania Talamonti, Fortunatina Vincenti nella dimensione unificante dell'evento teatrale, parola poetica, musica, si fondono, pur senza confondersi, dando vita a una esperienza che sollecitando tutti i nostri sensi mettendo in gioco la nostra capacità di emozionarci dinanzi a uno spettacolo unico nel suo genere, alla base del quale non c'è una storia ben collaudata – come spesso accade per i musical - o il racconto di vicende più o meno complesse.

Bestiario umano, invece, attraverso differenti condizioni dello spirito, traccia un ideale viaggio.

Difficile, forse impossibile individuarne le tappe certe. Ma il percorso - questo è certo - è, come per ogni vero viaggio, circolare e si svolge intorno e all'interno di un Io un poco (o tanto) disorientato dinanzi agli enigmi e ai dissidi dell’esistenza.
 
La chiave di lettura dell’intera opera è dunque, il viaggio interiore per il tramite di alcune simboliche figure di animali.

Se la parola poetica ne è stata origine e motore, ora la musica, il canto, la danza e non ultima la luce (ovvero i colori, le sue mutevoli forme, curate da Fabrizio Tozzi) ne potenziano la carica fortemente evocativa, ponendo in essere e in perenne divenire la possibilità di comunicare, cioè di condividere una personale esperienza del mondo.

La visionarietà delle immagini attinge a suggestioni molteplici, sonore, figurative, fra realtà sognata e carnalità pulsante. In questo ipotetico zoo interiore, il gabbiano, le anitre, la civetta, i maiali, l’insetto sotterraneo, il cane, le lucertole sono i compagni di un viaggio che dura poco, ma nondimeno può dirsi infinito.

19/08/2004





        
  



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