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E lo zio Sam disse: “chi non è con me è contro di me!”.

San Benedetto del Tronto | Intervista con il professor Massimo Teodori, docente di ‘Storia dell'America' all'Università di Perugia.

di Giovanni Desideri

Ripercorrere la storia dei rapporti Italia–Stati Uniti dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi non è semplice, ma per provarci esistono oggi in Italia pochi specialisti del calibro di Massimo Teodori, ordinario di 'Storia dell'America' all'Università di Perugia. Lo incontriamo in occasione della presentazione del suo ultimo libro (Benedetti americani, Mondadori), avvenuto ieri sera, venerdì 1 agosto, presso la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto.

Prof. Teodori, qual è l'insegnamento che possiamo trarre, per il presente, dalla storia dei rapporti tra Italia e America negli ultimi decenni?
Dobbiamo ricordare, innanzitutto, il rapporto molto stretto tra i due Paesi. Per limitarci al periodo che va dalla seconda guerra mondiale ad oggi, vanno ricordati in primo luogo quegli aiuti economici, attraverso il piano Marshall, che hanno permesso all'Italia e all'Europa di rinascere. Ma anche la doppia salvezza che ci è stata procurata dagli americani: dal nazi-fascismo e dal comunismo. Detto questo, l'insegnamento per il presente è molto semplice: si deve decidere se stare con l'America o contro l'America, naturalmente su scala europea.

Ritiene realistica una contrapposizione tra Europa e Stati Uniti?
Uno dei punti che si stanno discutendo in questo momento in Europa concerne precisamente i rapporti con gli Stati Uniti: si cerca di stabilire se si debba collaborare o preparare un'alternativa alla loro politica.

Immagino che alluda alla posizione della Francia.
Sì. La Francia ha già espresso in occasione della recente guerra all'Iraq una posizione da vecchio nazionalismo gollista, sia in difesa dei suoi interessi di bottega, sia per rivendicare un anacronistico ruolo da grande potenza. E la stessa impostazione rischia di venir trasferita sull'assetto della nuova Europa.

Vuol dire che un'alternativa alla politica agli Stati Uniti non deve e non può esistere?
In passato non schierarsi con gli Stati Uniti voleva dire ipso facto schierarsi con l'Unione Sovietica. Oggi, pure in condizioni mutate, sarebbe una scelta senza dubbio negativa.

Perché?
Perché equivarrebbe alla difesa di interessi molto circoscritti e limitati. Bisogna guardare più in là del proprio naso. L'ipotesi francese e in parte tedesca è quella di un'Europa sciaguratamente antiamericana. Il recente sostegno italiano alla guerra in Iraq è stata invece una scelta molto più saggia e di ampio respiro.

Nella storia dei rapporti tra Italia e Stati Uniti non c'è alcuna sbavatura? Alcuni puntano il dito al sostegno che gli americani avrebbero dato alla strategia della tensione, alle bombe di piazza Fontana ed altri episodi.
Sono ricostruzioni demagogiche. Nulla più.

02/08/2003





        
  



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