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Elogio del commerciante piceno

San Benedetto del Tronto | Un analisi composita e scientifica attraverso l'evoluzione( o involuzione?) dei commercianti piceni, alla luce della "gloabilizzazione"

di Giuseppe Malasorte

I commercianti del Piceno(CdP) sono catalogati tra le specie biologiche perdute. Solo pochi esemplari sopravvivono ed è sempre più difficile incontrarne uno vero.

Le contraffazioni, però, sono diffuse e hanno dato origine ad un vero e proprio succedaneo di commerciante, considerato una sottospecie autonoma. Sul mercato viene definita di scarso valore.

Il commerciante piceno aveva il suo habitat nella zona omonima, ma occupava spazi non continui. Poteva essere trovato soprattutto nel territorio inesplorato di San Benedetto del Tronto, in qualche comune dell’interno, ma una piccola comunità fu localizzata da un gruppo di studiosi indiani, durante una spedizione con il treno “La valigia delle Indie” anche nel capoluogo Ascoli.

Il prototipo di commerciante piceno fu considerato l’albergatore sambenedettese.  Nel resto della regione europea, il proprietario dell’Hotel, veniva identificato in base all’eleganza della giacca e cravatta, all’affabilità professionale dei modi ospitali, la linea asciutta del fisico e i capelli alla Montezemolo, con frequente e regolare ravvio della folta capigliatura con quattro dita della mano destra secondo il sistema che prendeva il nome dallo sventurato allenatore dell’Inter, Mancini.

A San Benedetto, invece, il turista entrando nella Hall, per individuare il proprietario dell’albergo medesimo, doveva osservare dei signori di età medio – alta, che attraversavano la hall in cannotteria bianca, con una chiave inglese in mano e una fronte perlata di sudore, mentre erano intento ad aggiustare guasti vari ai lavandini e affini. Entrava  spesso in cucina a controllare. Alla sera poteva essere visto vicino alla cassa, a contare soldi o fare conti.

Nei negozi, il commerciante piceno usava il tu con chiunque, perché il lei non era ancora arrivato. A volte opponeva silenzi e monosillabi alle richieste dei clienti. Si notava anche la produzione di un linguaggio nuovo denominato dagli esperti," traduzione del dialetto in presunto italiano".

Monosillabi e cervello fino, ignoranza e competenza: il commerciante piceno era molto informato sulle merci che vendeva o ospitava con spirito familiare o usava la diversità etnica rispetto ai clienti come strumento di reciproco interesse. La decadenza di questa specie iniziò con l’espandersi del branco caratterizzato dall’accesso ai fondi pubblici e perduti.

Il commerciante anatomicamente moderno (CAM) rappresenta una degenerazione del CdP. Secondo le ricerche del prestigioso e onnipresente Istituto Eudosses ( che allude al famoso paradosso di Eudosso che recita che la conoscenza dei dati è come la marmellata, meno ne hai più devi spalmarne), oggi solo il 41,06% dei CAM usano il tu, ma il restante 63.09% hanno scelto il lei usandolo come il tu senza la competenza precedente.

Anche negli alberghi, eleganti shirts hanno sostituito le canottiere e titoli di studio universitari, sempre secondo l’Eudosses, hanno sostituito la mitica sgrammaticatura.. Ad analisi qualitativa, basata su osservazione, risulta che il CAM degli alberghi conserva lo stile della cannottiera senza la competenza e lo spirito familiare di un tempo.

Chi ha fatto una fila in un centro commerciale o ha cercato, invano, un prodotto in uno delle miriadi di scaffali ripetitivi di stessi articoli, che, ancor peggio, ha cercato un consiglio nelle mega strutture, rimpiange la ruvidezza delle canottiere.

Si può pensare ad un ripopolamento di commercianti piceni nei negozi, negli alberghi, nei ristoranti, nelle baite di montagna ? Si, ma solo se il commerciante anatomicamente piceno (CAP, da non confondere con il CAP postale) si trasforma in sherpa che guida il povero consumatore nella fitta e inestricabile foresta delle merci o lo conduce verso i picchi del commercio informatico e lo aiuti nel controllo dei prezzi.

Prezzi e qualità, infatti, sono le due regioni dove periscono 75% dei consumatori per oggettivi motivi di reddito e, di recessione, visto che il restante 60% , si sarebbe perduto, secondo i dati dell’Eudosses, per l’eccessivo ottimismo su voci di spesa consumistiche.

Nota: L’apparente non corrispondenza tra le percentuali citate, non è un errore, ma è dovuta al fatto che l’Eudosses non tiene conto dei soggetti non registrati, clandestini, informali ecc.

21/08/2005





        
  



5+2=

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