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Claretti settima a Pechino

Fermo | Clarissa Claretti ottiene nel lancio del martello un prestigioso settimo posto alle Olimpiadi di Pechino.

Clarissa Claretti

Sono le 19.20 a Pechino, le 13.20 in Italia, quando Clarissa Claretti entra nella gabbia della finale olimpica. La tensione del grande appuntamento si fa sentire. In pedana con lei ci sono tutte le migliori specialiste del mondo.

Il primo lancio di Clarissa non va: è nullo. Ma la marchigiana di Fermo non perde la calma e mentre sulle sue labbra scorre il bisbiglio di qualche misteriosa parola ripetuta ossessivamente per ritrovare tutta la concentrazione che serve, si prepara al suo secondo tentativo.

E così stavolta la palla di ferro decolla come si deve e affonda nell’erba a 71,33 m. Misura che, dopo una terza martellata più corta annullata, la spedisce di diritto tra le otto finaliste che potranno giocarsi medaglie e piazzamenti con altri tre lanci.

Purtroppo, però, la lanciatrice dell’Aeronautica, campionessa d’Italia in carica, non sembra riuscire a ritrovare il giusto impulso e a caricare il colpo con l’energia necessaria per far volare più lontano il suo martello.

La sua serie si completa così con tre “X” pari ad altrettanti lanci annullati perché inferiori ai 71 metri e 33 centimetri della sua seconda prova. Alla fine la Claretti – per la terza volta consecutiva dopo gli Europei 2006 di Goteborg e i Mondiali 2007 di Osaka - è settima.

Ma si vede lontano un chilometro che è un risultato che - anche se oggettivamente si fa veramente fatica a chiamare “controprestazione” - non la soddisfa del tutto e, infatti, Clarissa nelle dichiarazioni a fine gara si rivela molto severa con sé stessa, confermando la sua indiscutibile anima di agonista pura:

"71,33 metri e da lì niente. Gara finita con il secondo lancio. Le gambe non giravano, me le sentivo svuotate. Purtroppo non sono riuscita a rendere come volevo e questo mi rode. Ero qui per dire la mia e invece non è andata.

Eppure mi sentivo in condizione, ma rivedendomi nel replay non mi sembrava nemmeno di essere io quella che lanciava. E’ inutile nasconderlo: una medaglia alle Olimpiadi è il sogno della mia vita, il sogno che ho fin da quando ero bambina.

Peccato. Adesso bisognerà aspettare altri quattro anni per riprovarci.Tuttavia non posso che ringraziare lo Sport Atletica Fermo, la società grazie a cui ho iniziato a praticare questa specialità, la Fondiaria SAI e l’Aeronautica, i club che mi hanno aperto le porte del professionismo, lo staff tecnico e in particolare il mio allenatore Gino Brichese che mi hanno sempre sostenuto.”

Per la cronaca, sui primi tre gradini del podio sono finite la bielorussa Aksana Miankova (76,34 – record olimpico), la cubana Yipsi Moreno (75,20) e la cinese Wenxiu Zang (74,32).

22/08/2008





        
  



4+4=

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